Django Unchained e Lincoln, gli ultimi due film visti: il primo, forse uno dei film più completi di Tarantino. Molto più lineare di altre sue opere precedenti, quasi banale seppur banale Q.T. non lo è mai. E' come se si fosse avvicinato al genere western con il timore reverenziale di affrontare un totem della cultura a stelleestrisce. Ma il timore dura poco e prende il sopravvento la sua passione per il west visto con gli occhi spuri ma ironici e disincantati degli europei e degli italiani in particolare, ovvero Sergio Leone, Sergio Corbucci, Franco Nero e gli altri protagonisti degli spaghetti-western. Ed allora ecco un tripudio di citazioni, di ironia, di camei e di sangue, tanto sangue a pioggia, a doccia , a ettolitri ... E scatta la gara tra chi si diverte di più e gigioneggia, come Christoph Waltz, Samuel L. Jackson o Leonardo Di Caprio, tutti molto più intriganti del monocorde Jamie Foxx che, proprio come l'altro grande eroe dei cow boys all'amatriciana ovvero Clint Eastwood, c'ha due espressioni, col cappello e senza ... Il film di Tarantino non raggiungerà il lirismo postmoderno e fetish-trash di Kill Bill, Pulp Fiction o de Le iene, ma assieme a Bastardi senza gloria e Jackie Brown farò parte di quella sua "seconda linea" di film robusti che verranno apprezzati ancor più con diverse visioni.
Il secondo film ovvero quando Stefanino Spielberg diventa la maestrina dalla penna rossa. Spielberg fa quasi sempre dei capolavori e questo è fuor di dubbio. Ogni tanto, però, je pijano i cinque minuti alla Furio di Verdone e decide che te deve fà capì la storia. Ora, questo forse è giusto e va bene per un popolo come il suo, che si costruisce i bunker sotto le case temendo l'imminente apocalisse e manda in giro ragazzini coi fucili d'assalto o che vieta il fumo ovunque, esalta jogging, footing e diete di tutti i tipi e poi sò 'na manica de obesi da paura. E vuol far capire ai suoi connazionali che Abramo Lincoln era non un santo ma un politico e che, per ottenere il voto a favore dell'abolizione della schiavitù, usò sotterfugi, giochi di potere, compravendita di voti, insomma il fine giustifica i mezzi. Ma per un pubblico come il nostro, abituato ai deliri scilipotiani, alle farneticazioni tremontiane o calderoliane, agli starnazzamenti giovanardiani e santancheniani ,alle isterie alemanne e polveriniane, a sentire personaggi come paolo berlusconi che definisce "negretto" Mario Balotelli (col sottofondo deprimente di risatine degli imbucati che lo stavano a sentire), mbè caro il mio Spielberg ci vuol ben altro per il nostro stomaco ... Insomma il film è un po' troppo didascalico e prolisso; oltretutto l'ho visto in lingua originale sottotitolato. Questo ha appesantito ancor più la la situazione, però mi ha permesso di godere della notevole performance di Daniel Day Lewis, mentre da quel che so nel belpaese è doppiato da Favino; in pratica è come vedere un documentario de "La Storia siamo noi" con l'audio di un film di Muccino ... Buona visione