“L’Ultima Lettera d’Amore” di Jojo Moyes: l’emozione che può dare una ‘vera’ lettera

Creato il 29 giugno 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori, lo so che è la prima volta che utilizzo questo incipit: di solito io entro nell’articolo senza convenevoli, ma visto che si parla di lettere, volevo scrivervi per dirvi che era tantissimo che non leggevo un libro d’amore così bello, così ben costruito, così emozionante. Ma questo non è solo un libro d’amore, è un libro di costume, che ci fa riflettere su come le nostre abitudini, anche abitudini fondamentali, perché sfiorano la sfera dei sentimenti, si siano evolute a causa delle nuove tecnologie.  Autore: Jojo Moyes Titolo: L’ultima lettera d’amore Titolo originale: The Last Letter from Your Lover Traduttore: Anna Tagliavini Editore: Elliot (collana Scatti) Pubblicato ad Aprile 2011 Pagine: 484 Prezzo: € 18,50
TRAMA: Londra, oggi. Ellie, una giornalista inglese trentenne che lavora per il settimanale femminile di un’importante testata, durante una ricerca negli archivi del giornale in cui lavora a caccia di una storia che le eviti il licenziamento, si imbatte in una lettera d’amore degli anni Sessanta: è di un uomo che chiede alla sua amante di lasciare il marito per stare con lui. Incuriosita dalla storia dei due sconosciuti, e nella speranza di trarne un buon articolo, Ellie decide di fare ulteriori ricerche per riuscire a sapere cosa ne è stato di quell’amore… Londra 1960. La giovane e bella Jennifer si sveglia in un letto d’ospedale dopo un incidente d’auto in cui ha rischiato di perdere la vita. Non riesce a ricordare nulla: non sa più chi è, non riconosce l’uomo che dice di essere suo marito, il loro appartamento, gli amici comuni. Un giorno però trova nella sua camera da letto una lettera nascosta in un libro, una lettera d’amore di un uomo che non è suo marito, e lentamente inizia a ricordare… L’ultima lettera d’amore di Jojo Moyes, best seller in Inghilterra e finalista di vari premi letterari, è a storia, sorprendente, originale e romantica, di due donne di età differenti che si ritrovano unite in uno stesso irresistibile sentimento d’amore. 
«Un libro favoloso, suggestivo ed emozionante»  SOPHIE KINSELLA RECENSIONE Il libro si apre sulla Londra dei giorni nostri: Ellie Haworth è una giornalista del Nation e cura la pagina di Cultura e società. Poiché il giornale sta cambiando sede, la direzione vuole che il trasloco venga festeggiato da una serie di articoli. Pertanto la Caporedattrice affida ad Ellie il compito di scartabellare negli archivi alla ricerca di una notizia che ponga l’obiettivo sul cambiamento dei costumi negli ultimi trenta, quarant’anni. Ma Ellie è tutta presa dai suoi problemi con John: uno scrittore che ha intervistato tempo prima, con cui ha una relazione, che è sposato ma non accenna minimamente a voler lasciare la moglie.

Durante la sua sortita nell’archivio, Ellie scova una lettera che è scritta così bene da commuoverla. Sembra un’ultima lettera d’amore scritta da un uomo ad una donna sposata.

Mio adorato e unico amore, dicevo sul serio. Uno di noi deve prendere una decisione, oggi ho finalmente capito che è l’unico modo per andare avanti. […] La mia sola possibilità di sopravvivere è di andare dove non potrò vederti mai più, dove non sarò ossessionato dalla possibilità di vederti in sua compagnia. Ho bisogno di stare in un posto dove altre necessità mi costringano a scacciarti dai miei pensieri un minuto dopo l’altro, un’ora dopo l’altra. Questo, qui, non può accadere. Accetterò quel posto. Sarò a Paddington Station, binario 4, alle 19.15 di venerdì. Se trovassi il coraggio di venire con me, niente al mondo mi farebbe più felice. Se non verrai saprò che, per quanto forte sia quello che proviamo non lo è abbastanza. Non te ne faccio una colpa, amor mio. So che nelle ultime settimane hai dovuto tollerare una pressione intollerabile, che schiaccia anche me. L’idea di averti potuto causare la minima infelicità mi è odiosa.

Ellie confronta questa lettera con i messaggi e le e-mail che le manda il suo amante, e da qui comincia a mettere in discussione il loro rapporto e ciò che lei stessa vuole dal suo uomo. Del resto, come si fa a non voler ricevere qualche parola in più di uno striminzito A poi. X? Ellie, come un’adolescente che analizza ogni parola ed ogni frase pronunciata dal ragazzino che le piace, si ritrova spesso a dover esaminare parola per parola e virgola per virgola gli sms e le mail di John, per cercare di comprendere cosa lui in realtà provi nei suoi confronti, ma a trentadue anni si sente un po’ ridicola a doverlo fare.
Dopo questo prologo la scena si sposta nel 1960, sempre a Londra: Jennifer Sterling si è appena risvegliata dal coma dovuto ad un incidente stradale. Ha perso la memoria, e non ricorda nessuna delle persone che vanno a farle visita, neanche suo marito o sua madre. Uscita dall’ospedale cerca di ritrovare la sua casa, le sue abitudini, le sue amiche, ma sente un vuoto enorme che non riesce a colmare. Quando chiede notizie riguardo all’incidente, trova solo un muro di reticenza. Perché?

Fino a quando un giorno, durante la sistematica revisione dei suoi oggetti personali, che spera le facciano ritornare la memoria, trova una lettera, firmata da un misterioso B.; nei giorni successivi riesce a trovare altre lettere di B., ma ancora non riesce a dare un nome né un volto all’uomo del mistero. Noi ne sappiamo più di lei, perché parallelamente alla storia di Jennifer e della sua amnesia, scopriamo l’alba della storia d’amore fra Jennifer, la bellissima moglie viziata di Laurence Stirling, un imprenditore con interessi nelle miniere africane di amianto, ed il giornalista Anthony O’Hare, che si è recato in Costa Azzurra per fare un servizio su Stirling. E sappiamo che B. sta per Boot, un soprannome che Jennifer affibbia a Tony estrapolandolo da un libro di Evelyn Vaugh. L’amore fra Jenny e Boot nasce lentamente, ma diventa sempre più intenso, sebbene fra loro non ci sia stato ancora niente di fisico; anzi, proprio per giustificarsi, dopo la prima volta che l’ha rifiutata, per non metterla allo stesso livello delle altre donne sposate che ha frequentato in passato, Anthony comincia a scriverle lettere bellissime: dopo tutto è un giornalista e con le parole ci sa fare, riuscendo ad esprimere anche i suoi sentimenti più nascosti.

Boot e Jenny si rivedono ancora a Londra, e qui, infine, consumano la loro passione, ma presto lui deve partire per New York come inviato per il suo giornale alle Nazioni Unite (N.B.: il giornale di Tony è, naturalmente The Nation, lo stesso per cui, dopo oltre quarant’anni lavorerà Ellie): le chiede pertanto di lasciare il marito ed andare con lui, scrivendole quell’ultima, bellissima lettera d’amore che Ellie troverà negli archivi del giornale. E come Ellie ci chiediamo anche noi: Ma come mai sarà finita lì? Dopo tutto è stato lui a scriverla a lei e non viceversa, come sarebbe più naturale, visto che è stata ritrovata sul luogo di lavoro di lui  quarant’anni dopo. E che sarà successo dopo? Lei avrà tentato di raggiungerlo o no? Quando avrà avuto l’incidente che le ha fatto perdere la memoria, prima o dopo? Una storia intensa, piena di colpi di scena, di emozioni che fanno commuovere ripetutamente. Ma non soltanto: Jojo Moyes utilizza questo romanzo per farci vedere quanto grandi sono stati  i cambiamenti e come si sono evolute le lettere d’amore con l’avvento della tecnologia. Ogni capitolo si apre infatti con un’Ultima Lettera, una qualsivoglia forma di comunicazione scritta con cui un lui lascia una lei o viceversa. E se ci sono lettere intense ed appassionate come quella che Boot scrive a Jennifer, e ci sono anche esempi famosi, come la lettera scritta da Agnes von Kurowsky a Ernest Hemingway, o quella scritta da Zelda a Francis S. Fitzgerald, ci sono anche delle e-mail, o peggio, sms e cambiamenti di stato su Facebook pressoché scioccanti:

Martedì sono impegnato. A dirti la verità non è che mi faccia impazzire l’idea di rimetterci insieme… immagino che dirlo chiaramente sia un pochino meno offensivo che tornare a vedersi e poi decidere di non vedersi un’altra volta. --Uomo a donna, email 


Scusa, dobbiamo rompere. Nn è colpa tua. Dice Dave ke si farebbe un giro se è ok. Digli di no x favore, se no finiamo a vederci di nuovo --Uomo a donna, SMS

   io + te kiuso   --Uomo a donna SMS

Arthur James ha modificato la sua situazione sentimentale: è passato da “fidanzato ufficialmente” a “single” --Uomo (nome di fantasia) a donna, aggiornamento di Facebook
Ma dove sta il tatto, il sentimento in questi brutali messaggi con cui si comunica al proprio partner che non si vuole più stare con lui o lei?
E non solo: purtroppo la tecnologia dei telefonini e gli sms che ci costringono a sgrammaticate e poco poetiche abbreviazioni per rientrare con i caratteri in un messaggio unico, oppure la velocità delle email, che ci consentono di chattare con il destinatario della nostra missiva, ci tolgono il gusto di ponderare ad una ad una le parole, di scegliere quelle che esprimono meglio i nostri sentimenti, di selezionare gli aggettivi ed i verbi in base alle sensazioni che proviamo e che, proprio perché ci costringono ad una riflessione, diventano più intense, e soprattutto, più durature.
La lingua si è appiattita, è diventata più diretta e meno sfaccettata… quasi sembra che si stia avverando quanto prospettato da George Orwell in 1984
Ma vi immaginate che sarebbe successo se Mr Darcy avesse avuto un computer ed avesse scritto una mail a Lizzie dopo la sua prima proposta di matrimonio?  O se il capitano Wentworth avesse mandato ad Anne un messaggino con su scritto: U pierce my soul (Strazi la mia anima)?

La narrazione si svolge su tre piani temporali diversi: due al passato ed uno al presente, e la Moyes ha utilizzato tempi narrativi diversi, per l’appunto al passato quando la storia si svolge negli anni ‘60, e al presente quando si svolge ai giorni nostri. Inoltre anche il linguaggio cambia: abbiamo una narrazione più classica e ricca nelle scene al passato, più scarna e diretta, con periodi più brevi, nelle scene al presente. E ci sarebbe tantissimo da dire, tanto da raccontare, dettagli anche molto emozionanti che non vi posso far notare per non incorrere in spoiler, ma che spero noterete anche voi se leggerete questo bellissimo libro, che parla di una storia d’amore che sopravvive al tempo grazie alle bellissime lettere; lettere che possono fare innamorare una donna, perché la fanno sentire importante, bellissima, unica. 
L’Autrice: Jojo Moyes è nata nel 1969 ed è cresciuta a Londra. Ha lavorato come giornalista da Hong Kong per il «Sunday Morning Post» e per dieci anni all’«Indipendent», ma dal 2002, dopo il successo del suo primo romanzo, si dedica a tempo pieno alla narrativa. E’ autrice di sette romanzi, tutti best seller internazionali e vincitori di numerosi premi letterari. Vive in una fattoria dell’Essex con il marito giornalista e i suoi tre figli. 

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