Le mie montagne, in primavera, si accendono di un verde nuovo e, anche se il cielo è grigio e le nuvole si arrampicano sui fianchi delle montagne all’orizzonte, c’è un tepore inatteso sui prati punteggiati di anemoni delicati e primule colorate di giallo brillante.
Camminiamo lungo il sentiero che segue il profilo della montagna, il vento, che qui soffia sempre, trascina riccioli di nubi.
Laggiù si levano le montagne più alte, spruzzate dell’ultima neve che sembra non voler cedere il passo alla primavera, e mi piace sostare un attimo a contemplarle, seguirne le creste, cercare di individuare le rocce e i sentieri che la neve sembra sottolineare, come un gesso su una immensa lavagna.
Quando tornerò quassù sarà estate e le tracce di neve saranno solo segni sottili e opachi nascosti negli angoli più in ombra e le montagne avranno un aspetto molto più simile a quello raffigurato sulle cartoline esposte nei bar del paese.