Seita Parkkola è autrice, fotografa, insegnante e mamma di due bambini. Fra le sue grandi passioni ci sono i viaggi e la street art. Appartiene alla nuova generazione di scrittori scandinavi. Ha ottenuto grande successo nel suo paese, la Finlandia, e L’ultima Possibilità è stato tradotto in molte lingue europee e negli Stati Uniti.
Autore: Seita Parkkola
Serie: #
Edito da: San Paolo Edizioni
Prezzo: 18.00 euro
Genere: Romanzo per ragazzi
Pagine: 316 pag
Voto:
Trama: Borea, 12 anni, viene iscritto a una nuova scuola, la Casa delle possibilità, una scatola di vetro e acciaio che trasforma i ragazzi impossibili in allievi modello. Borea è un tipo impossibile ma la sua famiglia si aspetta che cambi. Non importa se il prezzo da pagare per avere un futuro è alto, e tutto nella scuola, persino l’amicizia, deve obbedire a delle regole ferree. Se Borea dovesse fallire, non avrà speranze. I genitori lo dimenticheranno, il suo nome non potrà essere nemmeno pronunciato. Sarà un Ragazzo Perduto. Ma Borea evade dalla scuola e scopre una fabbrica abbandonata. Cunicoli, graffiti, polvere, fruscii. E fantastiche piste su cui volare con lo skate. È poi c’è India, una strana ragazza che sa vedere al buio e tendere trappole. E pensa che i Ragazzi Perduti non abbiano fallito ma…
Recensione:
Non mi sarei mai aspettata un tale coinvolgimento da questo romanzo. La copertina non mi attirava per nulla, e a dirla tutta neanche il titolo o la trama. Ero convinta di trovarmi davanti a un libro per ragazzini, specificatamente di sesso maschile, che mi avrebbe annoiata con giochi di pallone, guerre o tutto quello che fanno i maschietti da piccoli.
Mi sono dovuta prontamente ricredere. Ancora una volta la casa editrice San Paolo ha saputo stupirmi con la sua sensibilità. Le storie che sceglie di pubblicare non restano mai a un livello di superficialità tale che solo una determinata fetta di lettori sarebbe in grado di apprezzare. Le storie pubblicate dalla San Paolo sono per tutti: grandi e piccoli, uomini e donne e, soprattutto in questo caso, genitori e figli. Sì, perché L’ultima possibilità è un libro che ci parla di casa, di famiglia, di scuola, di affetto. Ma non nelle modalità in cui ci aspetteremmo di sentirne parlare. L’ultima possibilità distorce il senso comune di questi termini, rendendoli a un primo impatto del tutto sgradevoli. Borea, il nostro simpatico protagonista dodicenne, si ritrova a essere considerato alla stregua di un caso disperato. Un ragazzino le cui colpe sono la passione per lo skate e il poco interesse negli studi; le probabili cause di queste colpe sono la separazione dei genitori e l’obbligo di vivere col padre e la nuova fidanzata, Brina Iemalia, una donna troppo tremenda per essere reale, con una figlia alla sua altezza. Sarà proprio grazie alla matrigna che a Borea verrà data la possibilità di rimettersi in riga, frequentando una scuola davvero speciale: La casa delle possibilità.
Tutto diventa inquietante: la scuola in realtà non concede libertà o possibilità, ma fornisce solo indicazioni obbligatorie su ciò che deve o non deve essere fatto. Esegue una sorveglianza speciale sui nuovi arrivati, i casi persi come Borea, affidandogli un migliore amico e una fidanzata (una fidanzata!!!) che veglino su di lui e riferiscano nel caso in cui non si attenga ai programmi. Se la permanenza in questa scuola assume le sfumature di una dittatura distorta, di un controllo senza limiti, facendoci tornare con la memoria all’orwelliano 1984, l’incontro di Borea con India, una ragazzina sfuggita alla scuola, e con la sua banda, ci fa immergere improvvisamente in un’atmosfera del tutto diversa: ci troviamo di fronte a dei ragazzini che mi hanno richiamato i dolci e dispettosi Bimbi Sperduti di Peter Pan.
Lo scontro è tutto lì: libertà o privazione, affetto o pura adesione alle regole, pensiero o lavaggio del cervello. Si è parlato di thriller per ragazzi. Condivido la presenza di un’atmosfera in alcuni punti carica di tensione ma inserirei il romanzo nel genere distopico. La casa della possibilità è una vera e propria distorsione della realtà e gli esseri umani, che gravitano fuori o dentro di essa, ne rispettano l’essenza. Una scuola del genere non potrebbe essere neanche lontanamente immaginata ai giorni nostri. E’ un romanzo che induce un’intera famiglia necessariamente alla riflessione, sottolineando le conseguenze delle decisioni dei genitori sulle azioni dei figli. E viceversa. Mostra ai lettori la necessità di una famiglia unita, la necessità dell’amore. E non solo.
Un romanzo che inserirei nei programmi scolastici, a partire dalle scuole medie, se ne avessi la facoltà.