L’ultima Provocazione di Banksy: Bersaglio McDonald

Da Molipier @pier78

In questi giorni è attivo a New York, sino alla fine di Ottobre, per realizzare la serie “Better Out Than In”, il writer più famoso degli ultimi tempi, forse diventerà di tutti i tempi, Monsieur Banksy.

Di lui si sa poco o niente, nato a Bristol, all’incirca nel ’74 o ’75 (come la canzone dei Connells..), per il resto il suo duro regime di anonimato dura da quando alla fine degli anni ’80 comincia a farsi conoscere all’interno della crew “Bristol’s DryBreadZ (DBZ)”, firmandosi come Kato o Tes.

Nel 1998 Banksy e il suo grande amico Inkie (leggenda della street art di Bristol) decidono di radunare per un lungo week-end di “pezzate” tutti i writer dall’Europa e dal Regno Unito, per la rassegna “Walls On Fire”, ed è dopo quest’esperienza che decide di “uscire allo scoperto” (non propriamente in senso letterale) lavorando da solo e furtivamente nelle città inglesi, firmando le sue opere col nome di Banksy.

Da questo momento in poi verrà riconosciuto e ricordato per i suoi stencil anti-capitalistici, anti-bellici, anti-costituzionali, trasmettendo messaggi di pace e facendo sorprendere e sorridere per la fantasia e schiettezza delle sue rappresentazioni.

All’inizio della sua carriera, Banksy prenda parte a quella divisione di street art chiamata “guerrilla art”, movimento nato intorno agli anni ’70, dove gli artisti di strada agiscono senza mai farsi riconoscere, ed è proprio così che Banksy comincia a far parlare di sé, quando entra nei musei completamente irriconoscibile grazie a finte fattezze, e appende al fianco di importanti opere le sue, spesso rivisitazioni molto simili agli originali, con qualche piccola modifica che cambia però totalmente il senso dell’opera, come “La Gioconda” avente al posto del viso uno smile, e un quadro settecentesco al Brooklyn Museum, ritratto di un condottiero che agita in mano una bomboletta spray e dietro di lui appaiono graffiti pacifisti, o dame di corte con maschere anti-gas. Spesso passano giorni prima che qualcuno si accorga dello “scherzetto”.

Successivamente Banksy comincia a porre stencil in giro per Bristol, poi nel nord-est di Londra, e poi in parecchie città europee, prediligendo muri su strade ma anche posti più stravaganti, come le gabbie dello zoo di Barcellona.

A Londra si è divertito a piazzare la sua serie di “Rats” un po’ ovunque, prima di decidere di far infestare ai suoi topi una grande quantità di città; sceglie il topo come soggetto in quanto essere piccolo, spaventoso, e da secoli disprezzato e tormentato, ma che ha la grande capacità di sterminare intere civiltà, quindi, scrive Banksy nel libro di fotografie delle sue opere “Walls and Piece” (Century, 2006): “Se sei piccolo insignificante e poco amato, allora i topi sono il modello definitivo da seguire”. Soggetti delle sue opere sono anche scimmie, ma anche bambini, anziani, poliziotti e soldati.

Nel 2005 Banksy realizza una serie di opere alquanto commoventi, sulla Israeli West Bank Barrier, ovvero la barriera di separazione israeliana, costruita dal governo israeliano in Cisgiordania, in una di queste vediamo due bambini (stencil) intenti a giocare con secchiello e paletta e alle loro spalle uno squarcio nel muro lascia intravedere una spiaggia paradisiaca con palme e sabbia bianca (quest’ultimo è dipinto utilizzando la tecnica del trompe-l’oeil), il messaggio è chiaramente il desiderio di voler dare ai bambini di quei territori una chance per migliorare il proprio futuro, evadendo.

Nel 2006 riesce a far circolare nei negozi di dischi del Regno Unito il falso album “Paris” di Paris Hilton, dove aveva accuratamente apportato delle micro-modifiche sia nell’audio che nella grafica, burlandosi della ricca ereditiera e sostituendo il suo viso con quello del suo cane.

Il nostro caro artista-teppista, non ha dimenticato di visitare anche il bel paese, scegliendo una meta molto romantica: Napoli, nella quale regala due opere. Una in Via Benedetto Croce, raffigurante La “Santa Teresa” del Bernini con in mano un sandwich e delle patatine, simbolo di consumismo: lo stencil è stato stupidamente cancellato da un “writer”, anche se lo appellerei in altro modo, nel 2010, mentre in Piazza Gerolomini, ha lasciato una madonna con la pistola, che spero sia ancora lì, per chi la volesse vedere.

Le sue opere sono oggi valutate molto, e grandi artisti dello spettacolo hanno manifestato simpatia per il ragazzo, come Brad Pitt, che in un’intervista rilasciata all’Indipendent, ha detto di lui: “Fa tutto questo e resta anonimo. Penso che questo sia fantastico. Nei nostri giorni tutti tentano di essere famosi. Ma lui ha l’anonimato”.

Uno dei suoi murales più famosi, quello con Samuel L. Jackson e John Travolta nella pic di Pulp Fiction mentre stringono in mano due banane, anziché le pistole, è stato rimosso, e si stimava il suo valore intorno ai 400.000 €, mentre un’altra sua opera rimossa a Febbraio 2013 (tale “Slave Labour”), è stata venduta lo scorso Marzo alla modica cifra di 750.000 £ (circa 886.000 €).

Molte sono le leggende che aleggiano attorno alla misteriosa figura di Banksy, con tutta la sua soddisfazione, immagino. Il sito goldwoody.com, riporta in un articolo dello scorso Febbraio un’affermazione piuttosto sconvolgente: “Banksy is Damien Hirst”.

Per alcune associazioni di idee, tipo Bristol come città nativa per entrambi, l’età che si suppone sia suppergiù la stessa (ma non è poi così fondamentale, se davvero fosse un personaggio inventato, avrebbe potuto farlo nascere quando meglio preferiva!), e alcune collaborazioni nate tra i due, qualcuno ha deciso che l’artista provocatorio Damien Hirst e il provocatorio street artist Banksy, sono la stessa persona: io non saprei se crederci, vista appunto la quantità di supposizioni infondate che si fanno a proposito di una figura così enigmatica; c’è però da dire che Mister Hirst non ha ancora smentito la notizia… ad ogni modo se volete informarvi direttamente a riguardo, e ammettere a voi stessi di essere dei curiosoni, lo trovate qui http://goldwoody.com/bansky-is-damien-hurst-part-1.

Se così fosse, davvero, vorrei correre da Damien, stringergli forte la mano, e prostrarmi dinanzi tanto scherno, ma tendo a credere che si tratti puramente di una caso di somiglianza.

Ma torniamo al nostro Banksy, che dal 16 Ottobre, imperversa per le strade di New York, al cospetto del fast food più famoso del mondo McDonald’s, con una nuova sfida chiamata “Shoe Shine”: una riproduzione del clown Ronald McDonald, stagliato in piedi, con un’espressione a metà tra la pietà e il disprezzo, che si fa pulire una delle due scarpe giganti da un ragazzo, un vero ragazzo in carne ed ossa, vestito da pezzente, che con davanti un barattolo chiede l’elemosina. Il messaggio è palese agli occhi di tutti: abbandonate le gesta da “stencil-er“, ora la canaglia si dedica all’installazione, attaccando il colosso McDonald’s e esasperandone la sua falsa morale di “onesta azienda”.

Se siete di passaggio a New York in questi giorni, andatevi a fare un “sano” pasto da McDonald’s, potreste imbattervi in “Shoe Shine”, e colti dal rimorso del menù appena ingurgitato, potreste persino lasciare una mancia al povero lustrascarpe.

Questo il sito ufficiale di Banksy, interessanti le sue parole (potete ascoltarle) a riguardo http://www.banksyny.com/


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