L’ultima spiaggia

Creato il 16 maggio 2014 da Nehovistecose

(On the beach)

Regia di Stanley Kramer

con Gregory Peck (Comandante Dwight Towers), Ava Gardner (Moira Davidson), Anhtony Perkins (Peter Holmes), Fred Astaire (dottor Julian Osborne), John Tate (Ammiraglio Bridie), Donna Anderson (Mary Holmes), Harp McGuire (Tenente Sunderstrom), Lola Brooks (Guardia Marina Osgood), Ken Wayne (Tenente Benson).

PAESE: USA 1959
GENERE: Fantascienza
DURATA: 134′

Unico paese risparmiato dal fallout radioattivo della terza guerra mondiale, l’Australia affida ad un sottomarino statunitense una delicata missione: scoprire se c’è ancora qualcun altro vivo e, soprattutto, se la nube tossica è destinata ad investire anche l’emisfero australe. Intanto, i sopravvissuti scelgono come trascorrere gli ultimi mesi della propria vita…

Secondo film americano post atomico dopo il misconosciuto Day the World Ended di Roger Corman (1955), assai fedele al romanzo (1957) di Nevil Shute da cui è tratto. Un film di fantascienza atipico, sbilanciato verso il melodramma, pieno di stereotipi hollywoodiani, troppo lungo e forse un po’ noioso, ma che ha resistito alla prova del tempo per diversi fattori: per il coraggio di affrontare l’apocalisse in tutta la sua tragicità, per la rinuncia a qualsiasi catarsi, per il monito sincero che lancia ad un mondo paranoico immerso nella guerra fredda, per le pennellate di humor nero che anticipano per certi versi Il dottor Stranamore (1964), per l’inedita (a quei tempi) visione di un’America, desolata, silenziosa e disabitata, per la bravura dell’intero cast (il quartetto di testa è perfetto, con Astaire nel suo primo ruolo drammatico). Nonostante la regia originale di Kramer, è un film a corrente alternata in cui il tutto è inferiore alle parti. Le scene migliori sono nell’ultima mezz’ora: la corsa automobilistica, il cameriere che gioca a biliardo, i due finali, uno nel letto e uno sulla spiaggia. Se spesso viene scambiato per ciò che non è – un capolavoro – il merito è anche della superba fotografia del nostro Giuseppe Rotunno. In colonna sonora spiccano le infinite riletture del brano Waltzing Matilda, ballata tipica australiana che in una delle ultime scene viene anche cantata (da un gruppo di ubriaconi). Per i fan di Peck, un ennesimo personaggissimo dall’infinita statura morale. Un remake televisivo nel 2000. Ancora oggi, un film che va visto.



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