L’ultimo convivente della Macri’ mette in ridicolo le sue dichiarazioni.

Creato il 23 gennaio 2011 da Mirtus

L’ultimo convivente della Macrì ha messo in ridicolo le sue dichiarazioni contro Berlusconi. Vi riportiamo l’intera intervista rilasciata al “IL GIORNALE”:

Lui l’ha buttata fuori di casa due settimane fa. «Speravo di essermi li­berato una volta per tutte di Nadia. Ma mi sono ritrovato sulla pagina di Reggio Emilia del Resto del Carlino : Nadia sosteneva che l’avrei minac­ciata, picchiata, non una ma due vol­te. E allora basta».

Vendetta?
«No, ristabiliamo la verità. Io non ho picchiato nessuno, figurarsi». An­tonio Gentile, operaio ventinoven­ne di Reggio Emilia proprio come Nadia Macrì, la escort del momen­to, prende fiato: «E non è finita qua».

Che altro c’è?
«C’è un particolare, un dettaglio, che forse può interessare milioni di italiani».

Quale?
«Nadia, venti giorni fa, in un mo­mento di intimità, a letto, mi ha fatto una confidenza che adesso, con lo strepito che ha provocato, ritengo di poter rivelare a tutti».

Cosa le ha detto?
«Mi ha spiegato che lei su Berlu­sconi si era inventata tutto».

Tutto?
«Tutto. È stata esplicita: “Non so­no mai stata ad Arcore, non ho mai fatto sesso con Berlusconi”. Queste le sue parole che si sono stampate nel mio cervello».

Ma com’è possibile? Pochi gior­ni fa Nadia ha raccontato al Fat­to le serate ad Arcore. I rappor­ti sessuali con il Cavaliere, cin­que minuti a turno per ragaz­za, l’incontro con Ruby, le ra­gazze che fumavano erba.
«No, l’erba la fuma lei. Una canna dopo l’altra».

Non mi ha risposto.
«Io non so se lei sia andata a Villa Certosa o ad Arcore. So quel che mi ha detto. Saranno gli investigatori a fare le loro verifiche, magari control­lando i telefonini. Però in quel mo­mento era sincera».

Come fa ad esserne sicuro?
«Voleva creare una famiglia con me».

E lei?
«No,avevo capito che non c’era fu­turo. Ci siamo frequentati per tre me­si, ma continuare era impossibile. Non ero più innamorato, non vede­v­o l’ora di troncare questa storia sen­za prospettive».

Sarà, ma perché avrebbe lavo­rato di fantasia?
«Lei quel giorno, subito dopo Ca­podanno, mi diede una spiegazio­ne: voleva raggiungere il successo, puntava al Grande fratello, a qual­che trasmissione, a qualche pro­gramma. E riteneva che la strada del­lo sputtanamento di Silvio fosse la più breve per arrivare da quelle pa­ri ».

Nadia non le ha mai fatto vede­re una sua foto con Berlusco­ni?
«Mi ha mostrato un’istantanea del Cavaliere con dedica: a Nadia Macrì. Ma questa foto non prova nul­la: c’è solo lui. E non so se la dedica sia originale. Intendiamoci, può an­che averlo incontrato a qualche fe­sta, questo non posso escluderlo. Lei stessa mi ha raccontato che la sua amica Perla Genovesi, all’epoca assistente del parlamentare di Fi En­rico Pianetta, l’aveva introdotta nel mondo della politica. Tutto può esse­re. Però il bunga bunga, il sesso, Ar­core e tutto il resto se li è cucinati lei da sola».

Le telecamere di Annozero han­no i­nquadrato i gioielli che Ber­lusconi le avrebbe regalato.
«Ma va. A me ha detto che glieli aveva comprati il marito».
h, quindi lei conferma indiret­ta­mente quanto ha svelato pro­prio ieri al Giornale l’ex marito di Nadia, Antonio Di Bella? «Io non leggo i giornali. Solo la Gaz­zetta dello sport, qualche volta».

Chiaro. Ma lei ha alzato le ma­ni?
«Ma sta scherzando? Sono andato dall’avvocato, da Liborio Cataliotti, e col suo aiuto ho scritto la denuncia di diffamazione della Macrì. Non so­lo; sono disposto a ripetere le confi­denze sul premier anche davanti a un magistrato.L’importante è che la Macrì la smetta di tormentarmi».

Lei l’avrebbe picchiata una pri­ma volta a Cutro, il suo paese. «È una vergogna. Io sono uno che va a testa alta, non ho mai fatto nien­te di male, a Cutro, in provincia di Crotone, tutti sanno chi è Antonio Gentile. Lo chieda a Vincenzo Iaquinta, che è del mio stesso paese ed è un amico».

No, per favore, non ci allarghia­mo pure al calcio.
«Io so solo che il 10 gennaio l’ho mandata via e per non avere fastidi sono andato a dormire da mia mam­ma».

Poi?
«Mi hanno chiamato i carabinieri, lei era davanti alla porta di casa, vole­va rientrare, c’erano pure i pompie­ri. Sono arrivato di corsa, lei è entra­ta, ha preso i suoi quattro stracci ed è sparita. La rivedrò in tribunale».

Valerio Orlando


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