L'ultimo Gabbiano

Da Sergio Celle

Foto di: ILARIA  PROVENZI


L’ultimo gabbianosognoe il quieto mar in su la serafra mille echi fonde la sua vocee fra mille flutti echeggia a ricordar il vanoquando alita Elisio l’acre odore del salementre cala il Sole e muore pianosognoe il placido volo del gabbianosilenzioso s’alza in volomirando l’innocente predalaggiù ove null’altro è nullae dispera
così a volteggiar nell’ariaa rimirar nel marefino a perdersi nel chiaro della serae tu sparuto e solitarioschivo e indifferentedi che pensieri va il tuo cullar sull’acqua?stanche s’adagian le tue membrapaghe di infiniti  volie paghi gli occhi d’infinite auroredi albe di tramonti e di alti scogliove soavi notti contemplasti oltre gli orizzonticon il sereno con la tempestavolavi fiero senza padronior t’acquieti a vita peregrinasogni e t’abbandonisognoe il tacito vagar mio in su la renaplacide e vaghe appaion l’ormeche mute lascio una dopo l’altracome a voler scandire il tempoe come sale il crespomi coglie un tedio a quelle solitarie formesognoe la pallida luna sorta silenziosafra velati e capricciosi cirri s’affaccia alternacandido viso che per lungo illuminasti la mia viae così il cuor mioche nell’adagio morir dell’ondacompagno del gabbiano in volo   volge su altra sponda.