Dalla rubrica LibriAmo su "Fuori dalla rete" (Aprile 2014)
Victor Hugo
L’ultimo giorno di un condannato a morte (o anche l' ultima notte della vita) è un romanzo breve, che Hugo scrisse a soli ventisette anni e in cui sono narrati, in prima persona, gli ultimi giorni di vita di un prigioniero del carcere di Bicetre,accusato di omicidio e destinato al patibolo. La lama che attende di mettere fine alla vita del protagonista impiegherà sei lunghe ed angoscianti settimane prima di scendere sul suo collo e porre fine alla sua vita. In queste sei settimane la tortura atroce del tempo, che come una candela si consuma inesorabile, porta il protagonista a scrivere su dei fogli la vana speranza che la sua storia possa servire a qualcosa, magari a salvare qualcuno dopo di lui. Gli stati d’animo del protagonista danno vita e voce a uno scritto che si interrompe sui gradini del patibolo, dove la speranza viene meno, dove la paura uccide più velocemente del boia, lasciando così il campo al mortale silenzio.Antonella Iuliano
“...mi sono alzato e ho ispezionato con la lampada le quattro mura della mia cella. Sono coperte di iscrizioni, di disegni, di figure bizzarre, di nomi che si mescolano e si cancellano gli uni sugli altri. Sembra che ogni condannato abbia voluto lasciare una sua traccia, almeno qui.” (Victor Hugo, L’ultimo giorno di un condannato a morte)