Il secondo lungometraggio del figlio del Maestro Miyazaki appunto Goro racconta l'amore, la dedizione, l'impegno sociale e il complicato intreccio della vita che può sconvolgersi in un attimo creando il caos dentro le persone ma che alla fine trova sempre la sua conclusione.
Umi è il simbolo di tutto questo, l'amore per la sua casa, per la preparazione dei pasti alla sua numerosa famiglia e all'impegno nella rinascita del Quartier Latin.
Il suo essere volubile e in balia delle prove della vita con le sue conseguenze come i problemi sentimentali, la mancanza di una figura paterna sin da quando bambina al quale però rimane attaccata mediante le sue bandierine, in un silenzioso codice nautico ne dipingono una sagoma ben precisa che rispecchia perfettamente quegli anni agitati.
Personalmente ho trovato la Collina dei Papaveri un film rivolto quasi totalmente ad un pubblico adulto che possa comprendere appieno perché cosciente del passato, non manca l'ironica, la comicità Giapponese e quella magia seppur purtroppo ancora ben lontana dai capolavori del padre ma la cui fattura è quella dei Miyazaki sicuramente con la sua altissima qualità.
Colonna sonora originale ovviamente curatissima ed emozionale coma da tradizione Ghibli, si adatta perfettamente alle immagini proposte e riesce nell'enfatizzare momenti di climax e ad alleggerire quando serve.
Interessante di questa pellicola è l'esperimento del regista nel proporre non una storia di invenzione come siamo stati abituati in passato ma ad uno spunto di riflessione dal passato per far si che questo non scompaia nella cronaca di quello che fu ma serva come monito per le generazioni future. Iin tutto questo non possiamo che riconoscere l'innata armonia tra passato, tradizioni, futuro e progresso che contraddistingue da sempre il popolo del Sol Levante.
Voto: 7