Kaku non sembra preoccupato dall'arrivo di intelligenze artificiali potenzialmente ostili (cioe' di scenari alla Terminator), innanzitutto perche' potremo tenere il passo con loro tramite forme avanzate di potenziamento cognitivo che finiranno con l'assomigliare sempre piu' ad un mergersi di intelligenze biologiche ed artificiali. Secondo, perche' ritiene che lo sforzo di ricerca nel settore della "friendly AI", oggi in stato embrionale, dara' frutto. Tutto cio' mi sembra molto interessante, non solo in se', ma anche perche' Kaku sembra aver adottato due concetti prettamente transumanisti: quello del mergersi con le nostre tecnologie (popolarizzato da Ray Kurzweil) e quello di friendly AI (diffuso ed elaborato in particolare da Elezier Yudkowski del Singularity Institute). Reynolds condivide l'ottimismo di Kaku, ma non riesce a dimenticare un commento di Vernor Vinge su come le tecnologie all'orizzonte "metteranno armi di distruzione globale nelle mani di chiunque stia avendo una pessima giornata"... Possiamo solo sperare di sviluppare in tempo un "sistema immunitario" per la sicurezza, robotico/nanotecnologico - aggiungo io.
- Realta' aumentata (Kaku prevede interfaccia basate su lenti a contatto o impianti oculari entro una o due decadi)
- Medicina (sistemi di monitaraggio inclusi nei WC per diagnosticare in tempo reale eventuali problemi di salute; apparati per l'imaging a risonanza magnetica delle dimensioni e del costo di un fon)
- Spazio (colonizzazione guidata dai privati, terraforming di Marte, sonde nanotecnologiche verso le stelle)
- Nanotecnologie molecolari (d'apprima rare e costose, ma cosa di tutti i gironi ed economiche verso la fine del secolo, con conseguente ricchezza diffusa)
- Intelligenza Artificiale (superati i limiti del silicio, fra circa vent'anni, le nanotecnologie dovrebbero dare nuovo impulso al settore - ma se cio' non dovesse accadere, Kaku prevede il declino di Silicon Valley).
La parte piu' preoccupante di "Physics of the Future", conclude Reynolds, non riguarda il futuro, ma il presente. Kaku riporta una conversazione avuta con Freeman Dyson nella quale egli descrive come molti dei suoi compagni di classe piu' intelligenti non fossero interessati ad inventare nuovi motori elettrici o processi chimici, ma a "gestire i soldi altrui". Dyson e' del 1923 e ha passato l'infanzia in Inghilterra. Questo suo ricordo e' visto come un sintomo del declino dell'impero britannico. Oggi Dyson assiste allo stesso fenomeno per la seconda volta: oggi pero' vive in America. Non che la situazione sia molto diversa in Europa, aggiungo io...