L’ultimo ponte sospeso degli Inca

Creato il 05 luglio 2013 da Molipier @pier78
Pierpaolo Molinari vedi altri articoli 05 luglio 2013 11:02

Gli Inca non hanno mai inventato la ruota, non hanno mai progettato un arco e non hanno scoperto il ferro. Ma erano maestri nell’uso della corda. Costruirono navi in corda, alcune delle quali sono state riprodotte si trovano sul lao Titicaca, armature in corda che risultavano più resistenti delle armature dei conquistadores e la loro arma più efficace era la fionda, realizzata in corda.

Con le corde gli Inca riuscivano anche a comunicare, con lo sviluppo di un linguaggio fatto di corde annodate, conosciuto anche come quipo, che deve ancora essere codificato.

Messi di fronte al grande problema di trasferire gente e merci attraverso le ripide gole delle Ande, ovviamente gli Inca ricorsero alle corde. Oltre cinquecento anni fa le Ande furono attraversate grazie a ponti sospesi, realizzati in corda. Secondo le stime, furono oltre duecento i ponti realizzati con erba e altra vegetazione, sapientemente intrecciate con cavi spessi anche un metro.

Trecento anni prima che l’Europa vedesse il primo ponte sospeso, gli Inca riuscivano ad attraversare le profonde gole delle Ande senza ricorrere a particolari studi di ingegneria per l’uso e il posizionamento di pietra e ferro.

L’ultimo ponte Inca

Nel corso dei secoli i ponti Inca non hanno resistito e sono stati via via sostituiti da opere ingegneristiche più sicure e convenzionali. Il ponte più famoso della civiltà Inca, il San Luis Rey, si è arreso nel diciannovesimo secolo. Oggi ne è rimasto solo uno, il keshwa chaca, lungo una trentina di metri che unisce le coste di una gola profonda vicino ad Huinchiri. Secondo gli abitanti locali il keshwa chaca è stato costruito almeno cinquecento anni fa.

In questa sona desolata cresce pochissima vegetazione oltre all’ichu, un’erba alta che ricopre le montagne e serve da alimento per i lama. L’ichu è la materia prima con cui sono state tessute le corde del keshwa chaca. La sua passerella si compone di quattro corde parallele, attraversate perpendicolarmente da piccoli ramoscelli e sono ancorate alle due estremità da piattaforme di pietra. Altre due grosse funi servono da corrimano e sono legate alla passerella con piccoli segmenti di corda.

Nonostante il suo aspetto apparentemente fragile, con un moderno test di carico è stato scoperto che il ponte gode di ottima salute tanto che supporta e sopporta cinquantasei persone il cui peso viene distribuito in modo uniforme per tutta la lunghezza.

Nel 1968 il governo peruviano ha costruito un ponte con travi reticolari in acciaio, poco distante dal keshwa chaca. Anche se ora è diventato il più utilizzato per attraversare la valle, c’è una tradizione secondo cui ogni anno gli abitanti della zona costruiscono una copia del keshwa chaca, intrecciando l’ichu. A giugno si svolge una cerimonia di tre giorni durante la quale le famiglie realizza un ponte di trenta metri utilizzando la vegetazione locale.

La costruzione si svolge sotto la supervisione dei custodi del ponte, i chacacamayoc. I ponti, una volta conclusi, devono essere tagliati e gettati nel fiume in modo che ogni anno debbano essere ricostruiti e la tradizione passi di generazione in generazione, come un ponte attraverso il tempo.

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