Io sono giunto alla città
nel mezzo del bosco.
Batto ala porta, nessuno domanda,
batto a tutte le porte
della città muta; non odo
che fontane cantare
canzoni senza ritornelli
a la Monotonia.
Io grido: «non saprò
domani tornare
per la stessa via!
Sono un fanciullo bianco
ed è fiorita per i miei capelli
una ghirlanda!
Le mie piccole mani sono pure
come quelle dei santi di cera;
amo le creature
non so che una povera preghiera».
Le fontane cantano sempre
nella città muta dei sogni.
Io mi allontano
e la mia veste bianca
se la dividono i rovi,
e la mia ghirlanda s'è mutata
in una corona di spine,
le mie piccole mani sanguinano
senza fine
e l'anima è triste come
li occhi
di un agnello che sia per morire.
E le fontane cantano
dietro le bianche porte.
Ah! sono io dunque colui
che non dormirà più
che non sognerà più
fino alla morte?
Sergio Corazzini