Le cose capitano sempre per una ragione!
Sono un genitore che sta attraversando un momento difficile con la sua adolescente, ed ecco arrivare una pellicola che tratta tematiche similari.
Decide di dedicare quella che sarà la sua ultima estate alle due cose più importanti e più trascurate della sua vita: il figlio che vive con la madre e il progetto di ricostruzione della casa paterna, che non è mai riuscito a realizzare.
“Voglio costruire una casa o morire nel tentativo di farlo”!
Lasciare qualcosa di tangibile e concreto su questa terra, qualcosa che i suoi famigliari, i suoi amici ed anche i suoi conoscenti, possano vedere e toccare, gustare giudicare ed anche criticare, fare qualcosa di vero e reale su questo mondo.
E’ bello guardare un film e sapere che entro due ore tutto si risolve, magari con il lieto fine, ma quanto è difficile fare i genitori quotidianamente…
L’immedesimazione scatta forte quando le immagini ci presentano un ragazzo trasgressivo che grida al mondo la sua fame di amore passando le giornate senza far nulla e ricorrendo alla droga per non pensare e pensando in tal modo di lenire il dolore.
Qui entro in gioco io, che devo altalenarmi tra discrezione e invadenza, tra rifiuto e richiesta e tra le teorie che affermano l’importanza del dialogo e la fatica nel metterlo in atto.
L’ascolto, l’attenzione sono gli elementi fondamentali per la sua crescita, lo sviluppo e la sua maturità ma per instaurare una comunicazione efficace è importante partire da una dimensione di ascolto, prestando attenzione alle emozioni e alle opinioni che i figli possono esprimere. E’ una modalità di comunicazione che va costruita quotidianamente, con pazienza e attenzione.
Ma quando a un genitore è permesso lo sciopero? Quando può ricaricare le batterie mentali per svolgere appieno il suo ruolo?
Nella conflittualità tra i bisogni di autonomia e di protezione dell’adolescente si viene proiettati con violenza nel loro mondo di silenzi, aggressività verbale, aumento dei conflitti, provocazioni verbali e di atteggiamento, rapporto con il cibo, modalità di gestire gli spazi personali, solitudine, irrequietezza, rifiuto delle regole familiari (fino ad allora accettate). Non basta, nuove richieste ed esigenze relative al desiderio di avere il motorino, di andare in discoteca, di non avere orari da rispettare e chi più ne ha più ne metta.
Tutto questo comporta delle irregolarità di condotta nel contesto familiare, che rischiano di compromettere in modo drastico la comunicazione all’interno della famiglia e…
Risultato io come genitore mi sento insicura, e lei come figlia, incompresa!
Il mio scopo è quello di renderla forte nella vita, ma il suo odio palpabile, duro e resistente, mi allontana , so con certezza che non si sente capita e che la deludo, ma non avendo la bacchetta magica ed essendo solo un essere umano, non posso far altro che attendere i suoi tempi, con un’unica certezza, che l’amore che provo per la mia piccola donna darà buoni frutti.
Titolo originale: LIFE AS A HOUSE
Regia:Irwin Winkler
Interpreti: Kevin Kline, Kristin Scott Thomas, Hayden Christensen, Mary Steenburgen, Jena Malone.
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