RECENSIONE L’ultimo velo è un romanzo ambientato nell’Inghilterra Tudor di Enrico VIII. Per comprendere meglio questo libro, sarà bene avere un quadro chiaro della situazione storico-politica del periodo che va dal 1527 al 1538, in cui si svolgono le vicende di Joanna Stafford, la protagonista del libro.
Enrico VIII Tudor (1491-1547)
Nel 1526, quando divenne evidente che la regina Caterina D'Aragona non avrebbe potuto avere altri figli, Enrico VIII cominciò a corteggiare Anna Bolena. Iniziò, inoltre, a pensare alla possibilità di far dichiarare nullo il suo matrimonio con la regina Caterina. Il cardinale Wolsey e William Warham cominciarono un'indagine sulla validità del matrimonio. Il nipote di Caterina D'Aragona era, però, re di Spagna e sacro romano imperatore: fece pressioni su papa Clemente VII affinché scomunicasse Enrico. La reazione di Enrico VIII alla scomunica fu la creazione della Chiesa d'Inghilterra e l'annullamento di fatto del matrimonio con Caterina d'Aragona, che, a quel punto, fu considerata solo la principessa vedova di Galles — in quanto moglie del defunto principe di Galles, nonché fratello maggiore di Enrico, Arturo Tudor — e si ritirò a Kimbolton, dove morì il 7 gennaio 1536. Fra il 1536 e il 1540 Enrico VIII — nella sua nuova funzione di capo della Chiesa anglicana — confiscò ogni bene e dissolse tutti gli ordini monastici cattolici presenti in Inghilterra. Già nel 1534 il re aveva autorizzato, con l'assenso del parlamento, Thomas Cromwell — un laico al servizio della corona dal 1530 —a far visita a tutti i monasteri per far conoscere ai religiosi le nuove regole secondo le quali essi dipendevano dalla corona inglese e non più dal papato. In realtà, con i suoi sopralluoghi Cromwell inventariò i beni e le ricchezze degli ordini monastici per potersene impossessare in seguito.Thomas Cromwell (1485-1540)
In questo periodo cominciarono a diffondersi numerosissime voci relative alla vita nei monasteri: si diceva che monaci e suore fossero ipocriti; che praticassero la stregoneria e ogni genere di lascivia all'interno dei conventi. Che vivessero nel lusso e sfruttassero il lavoro del popolo senza dar niente in cambio. Gli emissari di Cromwell convinsero la popolazione che la vita in Inghilterra sarebbe stata migliore senza i monasteri e che — una volta scomparsi — sarebbero state abolite molte tasse.«Quei frati grassi come maiali nascondono pignatte piene d’oro, mentre i poveri muoiono di fame fuori dei loro conventi!» «Io ho sentito di una monaca che ha avuto un figlio da un prete!» «Le monache sono puttane. O se no sono storpie, dementi… tutte scacciate dalle loro famiglie.»Non dimentichiamo, però, che per tutto il Medioevo gli ordini religiosi si erano arricchiti grazie al commercio e alla venerazione delle sacre reliquie: ossa, fiale di sangue, unghie o oggetti appartenuti a Santi, a cui si attribuivano poteri taumaturgici e miracolosi. Con l’avvento della nuova Chiesa, il culto dei Santi veniva a decadere e, con esso, anche quello delle loro reliquie, che vennero eliminate, scoraggiando ogni genere di pellegrinaggio. Nel 1536 i monasteri più piccoli vennero svuotati e confiscati. Quelli più grandi resistettero ancora un po’, ma poi vennero ceduti al re. Alcuni vennero smontati e il materiale fu utilizzato per altre costruzioni; altri furono acquistati da nobili, divenendo ricche magioni.
Caterina d'Aragona (1585-1536)
È questo il caso di Joanna Stafford. Lei non è una donna comune: avrebbe potuto avere una vita ben diversa dal convento. Sveglia e intelligente, figlia di nobile, Richard Stafford, fratello del Duca di Buckingham, e di Isabella Montagna — una delle due dame di compagnia giunte dalla Spagna con Caterina d’Aragona — Joanna avrebbe potuto divenire lei stessa dama di compagnia della regina e sposare qualsiasi nobile, ma i suoi radi contatti con la nobiltà — crudele e depravata — le avevano dato una sorta di repulsione verso la corte. A ciò va aggiunta una fede incrollabile, un affetto ereditato dalla madre verso Caterina d’Aragona e il desiderio — comune a molti monaci che si trovavano a vivere questo periodo di incertezza — di conservare intatti gli ordini monastici o, comunque, il monastero di appartenenza.Nella vita contemplativa avevo trovato certezze, uno scopo per vivere, la grazia che avevo tanto desiderato, lontana dall’egoismo e dalla vanità, dalla folle ostentazione del mondo. Ma era una felicità fragile. Avevo scelto una vita religiosa che era non solo in declino — molte meno persone entravano in convento allora rispetto ai secoli passati —, ma pesantemente attaccata.Eppure, nonostante tutto, Joanna mette a repentaglio la sua permanenza nel monastero di Stafford per andare ad assistere e confortare la cugina Margaret Bulmer — figlia illegittima del duca di Buckingham —, accusata di tradimento per aver partecipato alle rivolte del Nord, volte a salvaguardare la religione papista, e condannata a morire sul rogo. Joanna e suo padre vengono arrestati durante i tafferugli avvenuti durante l’esecuzione e imprigionati nella Torre di Londra.
Stephen Gardiner vescovo di Winchester
(1497-1555)
Se si tiene presente il contesto storico, il titolo italiano, L’ultimo velo, è molto simbolico e adatto — quanto se non più dell’originale — a questo romanzo. Anche Nancy Bilyeau, l’autrice, ne è entusiasta.
«Non si tratta di salvare le nostre case, le nostre abitudini di vita. Tutti questi monasteri, nessuno escluso, non sono altro che pietra e malta e vetro. Ciò che è stato fatto a pezzi si può ricostruire. Chi è stato cacciato può venir richiamato. San Domenico andava in giro scalzo e senza un soldo tra la gente per predicare la parola di Dio; la notte dormiva sulla nuda terra e non mangiava quasi nulla. No, quel che si sta distruggendo è l’anima dell’Inghilterra. Le forze delle tenebre si stanno rafforzando, favorendo l’ignoranza, la sofferenza e la distruzione. Tutto quanto è stato creato qui, nel nostro regno, sulla nostra isola, tutta la fatica e la saggezza e la bellezza della nostra santa Chiesa è in gravissimo pericolo.»
Nancy Bilyeau sostiene di essere nata il 16 Giugno 1537 negli Stati Uniti. In realtà il 1537 è l’anno in cui ha inizio la sua opera prima, The Crown (L’ultimo velo). Nata a Chicago e cresciuta nel Michigan, Nancy è stata giornalista per Rolling Stone, Entertainment Weekly, Good Housekeeping e InStyle. È anche autrice di teatro e vive a New York con il marito e i due figli nella casa dei suoi avi, arrivati in America dalla Francia nel 1661, sfuggendo alle persecuzioni religiose. The Crown (L’ultimo velo) è il suo primo romanzo. Nancy ha terminato di scrivere il sequel di The Crown, che si chiamerà The Chalice. Sito Autrice