Un vescovo a Capri
di Pina Iaccarino
Franco Di Mauro Editore pagine 221 € 14,46
Prefazione di Boris Ulianich
D’un tratto alza lo sguardo,l’isola è lì, la punta centrale di un tridente che affiora fra le onde,roccia aguzza e tozza coronata di verde,i primi raggi del sole schiaffeggiano la macchia verde di lecci e brillano, come riverberi dorati fra le onde increspate, i fiori del lauro nascosti fra i rami. Nicola Saverio Gamboni è vescovo da dieci anni di questa terra di pescatori astiosi e cocciuti come muli,si chiede che male avrà fatto al Re per meritare un simile castigo, guarda accigliato i barcaioli accostare a tribordo,ma il suo cipiglio non è rivolto a quei poveri ragazzi, pensa al medico Gennaro Ignazio Arcucci,all’odio viscerale che più volte gli ha manifestato e non se ne dà spiegazione. Lascia il parapetto,guarda un’altra volta l’isola faro dei suoi crucci,pensa ai preti anacapresi che,sbuffando, a quest’ora staranno scendendo la scala fenicia, hanno appuntamento con lui e con i colleghi di Capri. Un ultimo sguardo in direzione della Certosa di s.Giacomo,si porta d’istinto la mano destra sulla tasca interna del soprabito dove ben custodita ha la sua prima vittoria contro i Certosini;Re Ferdinando IV ha firmato per sovrana risoluzione l’abolizione della Pecunia Maris la tanto odiata tassa che imponeva agl’isolani di concedere un decimo del pescato ai frati e lui ha avuto l’incarico di consegnarla al Priore.Lo scroscio dell’appennellata lo distoglie da pensieri e preoccupazioni che spariscono come l’ancora nel blu, la biscaggina è calata i marinai abbaiano comandi comprensibili solo ai barcaioli di sotto:l’ultimo Vescovo è pronto alla battaglia.
di Luigi De Rosa
Ho immaginato si sia svolto in questo modo uno dei ritorni più significativi dell’ultimo vescovo di Capri monsignor Nicola Saverio Gamboni a Capri futuro Patriarca di Venezia, dopo una delle sue frequenti visite nella capitale del Regno borbonico.Nicola Saverio Gamboni,nato il 5 dicembre del 17
Neanche trentenne, Gamboni giunse in quest’isola che lo colpì soprattutto per la povertà,non c’erano neanche istituti sociali che in altre realtà povere campane erano presenti come un ospedale o un monte di Pietà. Il giovane Gamboni dimostrò da subito carattere,fece istituire un seminario e scuole gratuite per ragazzi e ragazze dove imparare a leggere,scrivere e far di conto, non si tirò indietro quando dovette combattere la corruzione del governatore De Angelis,perorò per gli isolani presso re Ferdinando IV diverse cause come quella della costruzione di torri di difesa contro le incursioni picaresche. Quando nel 1799 fu proclamata la Repubblica,dopo un momento di incertezza abbracciò la causa giacobina sempre per il popolo,per la libertà e la giustizia sociale e fu pronto a pagarne le conseguenze quando la regina Maria Carolina non lo perdonò ma grazie alla fedeltà sempre dimostrata al Re, al contrario del vescovo di Vico Equense monsignor Michele Natale evitò l’ impiccagione ma non l’esilio.Pina Iaccarino ci consegna uno studio storico prezioso che riesce a far luce su avvenimenti della storia del Regno delle due Sicilie che lo stesso Benedetto Croce non riuscì ad approfondire,ci svela con rigore scientifico una Capri, quella di fine settecento, poco conosciuta ma forse più genuina. La Capri di monsignor Gamboni non è quella fastosa di Tiberio o bohèmien di fine Ottocento, è un’isola povera,dove gli uomini sfidano il mare per sopravvivere, devono dividere aguglie ,coralli e quaglie con i ricchi,diffuso è l’analfabetismo,le donne aspettano anni,spesso tradiscono per fame,gli uomini si costruiscono seconde famiglie in Corsica.E’ una Capri fatta di lacrime,sudore e sangue che ha il sapore della vita vera non quella glamour confezionata in India e venduta ai turisti oggigiorno come caprese doc.
di Luigi De Rosa
(in alto il 41° Vescovo di Capri monsignor Nicola Saverio Gamboni foto tratta dal libro,in basso Punta Campanella vista dall’arco naturale di Capri di R Muller 1861 tratta dal web)