La compassione (dal latino cum patior - soffro con - e dal greco συμπἀθεια , sym patheia - "simpatia", provare emozioni con..) è un sentimento per il quale un individuo percepisce emozionalmente la sofferenza altrui provandone pena e desiderando alleviarla. (qui)
Ha a che fare con la morale anche in quanto strumento educativo. Un'esperienza fondamentale da far vivere ai giovani. La capacità di condividere le sofferenze degli altri.
E' un esercizio utile e difficile, il nostro animo va addestrato ad essere compassionevole, nella sua accezione più alta. Dobbiamo allenarci a sospendere quell'inesorabile capacità di giudizio per poter sentire davvero nel nostro corpo il dolore di altri.
Sospendere il giudizio, abbassare quell'indice puntato, o più difficile ancora, puntarlo contro noi stessi.Immaginare il dolore degli altri sulla nostra pelle.
Immaginare il dolore di due genitori che perdono un figlio piccolo. Qualcosa di così doloroso da strapparti il cuore. Qualcosa che lacera dentro in un modo che sai già che non si rimarginerà più.
Immaginare questo dolore immenso, ampliato mille volte ancora dal senso di colpa, dalla responsabilità di aver in qualche modo, seppur inconsapevole, causato la morte di quel figlio. Un dolore che arriva da dentro, e anche questo non si cancellerà mai.
Ecco, io credo che a tutto questo non si debba aggiungere il qualunquismo e la voglia di ergersi giudice e giuria di ogni qualunque persona che non sente l'umano istinto della compassione.
(la notizia è questa)