Articolo da Polisblog.it
107 voti a favore e 11 contrari, 52 astenuti. Questo l’esito della votazione di oggi all’Unesco. Oggetto? L’ammissione dell’A.N.P. (l’Autorità Nazionale Palestinese) ai lavori dell’organizzazione. E quindi il riconoscimento della Palestina come stato, come identità nazionale. Mettetela come volete, ma si tratta di un evento a dir poco storico.
Strenua e scontata l’opposizione di Israele e degli Stati Uniti, supportati da Germania e Canada. Ma non è bastato. L’Italia, forse per non scontentare nessuno - tipico del nostro paesello in politica estera - si è astenuta. Come la Gran Bretagna.
Contemporaneamente, Israele ha intensificato i raid aerei e i bombardamenti sulla striscia di Gaza. Ma la notizia si legge solo su Infopal.
David T. Killion ha chiarito la posizione degli Stati Uniti, evidentemente molto delusi dall’esito della decisione. Rimarranno, ha spiegato Killion, molto impegnati nell’Unesco, ma questa decisione «prematura, complicherà la nostra possibilità di supportare l’organizzazione».
Impossibile riassumere qui 63 anni di “questione palestinese”. Tuttavia, si può fare perlomeno un commento ragionato: è perfettamente inutile che Israele e gli Stati Uniti facciano proclami da anni, decenni, per riportare la pace in medioriente, se poi si oppongono a iniziative come questa: l’educazione, la scienza, la cultura, i temi di cui si occupa l’Unesco sono centrali per la pacificazione dell’area, che non può essere sempre e costantemente raccontata con una banalizzazione imbarazzante. La presa di posizione degli States, in particolare, suona davvero stonata. Ma è chiaro che l’amministrazione Obama non possa rischiare altre misure che internamente suonerebbero impopolari. Del resto, se per sessant’anni racconti a una nazione che i cattivi sono i palestinesi e i buoni sono gli israeliani, e non vai oltre un racconto binario che non si addice affatto a una situazione complessa come quella palestinese, poi cambiare rotta è difficile.
Tant’è, con buona pace degli U.S.A. e di Israele (che ha definito la cosa addirittura «una tragedia»), il riconoscimento è avvenuto a larghissima maggioranza.
Fonte: Polisblog.it
Autore: Alberto Puliafito
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