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L’Unione Europea riceve il Nobel per la pace, bicchiere mezzo pieno

Creato il 13 ottobre 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 13 ottobre 2012 in Bielorussia, Slider, Unione Europea with 0 Comments
di Davide Denti

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Il Comitato norvegese per il premio Nobel per la pace ha deciso: la premiata, per il 2012, è l’Unione Europea. La decisione arriva come una boccata d’aria per un progetto ultimamente in crisi, e dove anche i progressi più universalmente riconosciuti (come l’Erasmus) sembrano alla mercé della visione di breve termine degli stati membri, stretti all’angolo da una crisi economica d’importazione. Secondo i norvegesi,”l’Unione e i suoi precedessori hanno contribuito per oltre sei decenni all’avanzamento della pace, della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa“.

I meriti storici dell’Unione Europea: pace, riconciliazione, democrazia

Sfrigolano eurofobici ed euroscettici, da Vaclav Klaus (“un tragico errore”) al premio Nobel 1983 Lech Wałęsa (“una spiacevole sorpresa”) a Nigel Farage (“umorismo di cattivo gusto”). Ma i meriti storici dell’Unione sono innegabili, e vanno riconosciuti e tenuti ben davanti agli occhi in questi momenti difficili. Le “gravi difficoltà economiche e il considerabile malcontento sociale” attuale non devono far dimentare, secondo il Comitato Nobel, il più importante risultato dell’Unione: aver “aiutato a trasformare la maggior parte dell’Europa da un continente di guerra in un continente di pace“.

La pace, dunque, come merito fondamentale del progetto federale europeo. E non solo attraverso la riconciliazione franco-tedesca (tre guerre in settant’anni, seguite da sessant’anni di pace), ma anche attraverso la politica d’allargamento, tanto bistrattata ultimamente. Politica che ha consentito l’ancoraggio della democrazia laddove l’autocrazia retrocedeva, a cominciare dai paesi mediterranei post-autocratici negli anni ’80 (Grecia, Spagna e Portogallo) fino all’Europa centro-orientale negli anni ’90. Anche l’attuale fattore di spinta dell’UE verso democrazia, riconciliazione e diritti umani nei Balcani e in Turchia è riconosciuto ed evidenziato dal Comitato Nobel.

La promozione della democrazia nel mondo: in attesa del premio Sakharov 2012

Ma l’Unione non sta con le mani in mano. Il 26 ottobre, il Parlamento Europeo annuncerà il vincitore 2012 del suo piccolo premio Nobel, il premio Sakharov per la Libertà di Pensiero, dal nome del fisico e dissidente sovietico già premio Nobel per la pace 1975. I tre candidati in lizza sono il dissidente bielorusso Ales Bialiatski, attualmente ospite delle carceri di Minsk, le cantanti punk russe Pussy Riot, e gli iraniani Nasrin Sotoudeh and Jafar Panahi, un avvocato dei diritti umani e un regista.

Il premio Sakharov apporta 50.000 €, contro i 900.000 € che l’UE riceverà dal comitato Nobel. Ma l’Unione impegna già risorse finanziarie ben superiori nei suoi programmi esterni di sostegno alla democrazia nel mondo. Attraverso lo Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR), una linea di finanziamento specifica del budget UE, l’Unione finanzia direttamente ONG e organizzazioni della società civile in quei paesi in cui non è diplomaticamente possibile lavorare con i governi nazionali, mettendo a bilancio solo per questo 1 miliardo di euro nel periodo 2007-2012 (circa 157 milioni l’anno), l’uno per mille del bilancio UE, che è in sè l’1% della somma dei bilanci nazionali. Altri programmi UE (il Fondo europeo di sviluppo per i paesi ACP, lo Strumento di cooperazione allo sviluppo per Asia ed America Latina, lo Strumento della politica di vicinato, lo Strumento di pre-adesione) si occupano di cooperazione e promozione della democrazia nel mondo.

Il 2012 segna purtroppo anche il ventennale dell’avvio della guerra in Bosnia, di fronte alla quale l’UE si trovò incapace di agire, come ricorda Luisa Chiodi su OBC. E non mancano i contributi scientifici che ricordano come l’UE spesso non si interroghi veramente su cosa significhi “democrazia” e come esportarla efficacemente. Tuttavia, in questo campo, il bicchiere è mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto: il premio Nobel ce lo ricorda e ci invita a non gettare il bambino assieme all’acqua sporca.

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Tags: Belarus, Bialitsky, Bielorussia, Davide Denti, EIDHR, Nobel per la pace, premio Nobel, premio Sakharov, pussy riot, UE, Unione Europea Categories: Bielorussia, Slider, Unione Europea


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