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L'Unità, sui soldi il Pd smentisce: né noi né Renzi ce ne occupiamo.

Creato il 12 marzo 2016 da Tafanus

Ma il territorio insorge: difficile riconoscersi, perchè dovremmo abbonarci?

L'Unità, sui soldi il Pd smentisce: né noi né Renzi ce ne occupiamo.

“Il Pd non si occupa della gestione dell’Unità, perché se ne occupa chi deve occuparsene, e cioè la società che detiene la maggioranza. E figuriamoci se il segretario del partito si mette in testa di punire i circoli o di bloccare i fondi del due per mille”.

La smentita del Nazareno è netta, circa la ricostruzione secondo cui Matteo Renzi sarebbe infuriato con gli eletti e coi circoli, rei di aver snobbato la campagna di abbonamenti e sottoscrizioni che all’inizio dell’autunno era stata lanciata dai vertici del Nazareno per rilanciare l'Unità. E vorrebbe bloccare una redistribuzione capillare dei soldi del 2 per mille (circa 1,5 milioni di euro) proprio per questo motivo.

Per sensibilizzare le sezioni si era mosso il premier in persona, lanciando un appello alla fine di giugno 2015, al momento cioè del ritorno in edicola. Al suo, era seguito l'appello del capogruppo alla Camera Ettore Rosato, che aveva invitato parlamentari e circoli ad abbonarsi, tanto che alla campagna erano stati abbinati dei “pacchetti” ad hoc. Un buco nell’acqua, che avrebbe poi determinato quello nei conti, rispetto ai quali, però, i vertici del partito respingono ogni ingerenza e, soprattutto, ogni responsabilità.

Ma la mancata adesione ai “pacchetti”, da parte degli eletti e dei circoli, è un dato che non viene negato nemmeno ai piani alti del Nazareno, ben consapevoli che lo “zoccolo duro” non ha pienamente gradito la svolta renziana del giornale fondato da Antonio Gramsci. Militanti e quadri, da parte loro, non fanno mistero del proprio essere indispettiti, se è vero che un dirigente del Pd laziale, interpellato dall’Huffington, pur volendo rimanere anonimo ha parlato senza mezzi termini di un giornale “illegibile”, e un coordinatore di un importante circolo della capitale, pur negando il boicottaggio dell’Unità da parte del territorio, afferma che “il problema non è il bilancio, ma riuscire a riconoscersi in giornale che non assolve più al proprio ruolo di organo collettivo del partito, come era una volta l’Unità, e ora non è più”. La questione, dunque, se non economica, rimane delicata nel suo aspetto meramente politico, e si intreccia a quella del forte attrito tra maggioranza e minoranza del partito. A farne le spese, potrebbe essere, ancora un volta la redazione, che per il momento, attraverso il direttore D’Angelis, si dice comunque “tranquilla”.

via www.huffingtonpost.it


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