Segue terza parte: http://www.psicoterapiadinamica.it/2012/06/luomo-che-non-voleva-il-naso-terza-parte/
di: Renzo Zambello
“Non so che dirle, ” iniziò Dario alla seduta successiva, “per la verità mi sento un po’ confuso. Direi che non so neanche bene cosa sia successo. Mi aiuti lei a capire?”
“Certo. Potremmo riprendere il suo sogno, se lo ricorda? Quello dell’aereo che le appare in cielo mentre è seduto sulla tazza del suo bagno….”
“Si, si, me lo ricordo. Ma come fa lei a ricordarsi tutto?”
“Io ricordo e capisco quello che lei mi racconta. Niente di più. Cosa le fa venire in mente quell’aereo?”
“mmmmm…. Non lo so. Mi viene in mente, forse non centra niente, che io mi sono sempre masturbato in cesso. Avevo paura che qualcuno mi vedesse. Per la verità una volta mio padre mi vide che mi toccavo. Io non volevo masturbarmi. Avevo solo avuto un’improvvisa erezione mentre guardavo la televisione. C’era sia mio padre che mia madre. Mi dava fastidio e avevo infilato la mano nei pantaloni, per spostarlo. Mio padre vide e serio mi disse che quelle cose facevo bene a farle in bagno. Io mi alzai, un po’ vergognato e mentre andavo via aggiunse: ‘Faresti bene a toccarti il naso, invece di fare quelle cose’!”
“Cosa centra il naso con la masturbazione?”
“Era un modo di dire di mia nonna. Per me lei era un po’ ossessionata dal sesso. Lo vedeva e temeva dappertutto. Quando guardavamo assieme la televisione e vedeva qualche ragazza, un po’ non vestita, come diceva lei, si arrabbiava e faceva commenti pesanti e poi guardandomi mi diceva: ‘e tu, toccati il naso!’. Penso volesse dire: non masturbarti!”
Silenzio.
“Penso anch’io ma, poi, comunque appare l’aereo.”
“Cioè?”
“L’aereo è un simbolo fallico, direi tra i più diretti. Lo è nella forma, affusolata. Entra nei cieli, si impenna… li solca, e…quell’aereo , è il suo. Ora, è finalmente fuori dal bagno, ma..!”
“Già! Ma. Lo scoppio, la paura”. Aggiunse Dario.
“Già, la paura. La paura di diventare grandi. Di riconoscersi grande, adulto,” sorrido, “magari senza la pretesa ‘di averlo grande’ come un aereo”.
“Ma lei mi sta dicendo che la mia angoscia del naso è legata alla masturbazione?”. Incalzò Dario.
“No, direi all’aereo. Alla possibilità di uscire da quel cesso e solcare libero i cieli. Entrare nei cieli”
“E, perché avrei paura?”
“Beh! Questo è il lavoro che potremmo fare assieme. Ma, senza più confondersi. Guardando le cose, le paure per quello che sono. Senza negarle o, spostarle. Il pene che diventa il naso, per capirci”.
Dario sorride. “Lo sa che è la prima volta che parlo di queste cose. Mi sembra impossibile. Non avrei mai pensato di poterle raccontare a qualcuno”.
“Perché no? Non sono mica invidioso se lei va con le donne. Io ho la mia. Così come non mi dispiace se lei si laurea. L’ho fatto trenta anni fa.”
Dario sorride e mi dice: “Non capisco, tutto..”
“Abbiamo tempo. Ci prendiamo tutto quello che serve”.
Dario forse pensa che sono un po’ sciocco ma sente che ‘pulisco’, con acqua fresca, le sue antiche ferite.
“Bene Dario, per oggi abbiamo finito. Dalla prossima volta possiamo ‘ iniziare’ la nostra analisi. A lavorare assieme”.
Dari, mi guardò e si misse a ridere. Capì che non ero sciocco, ero “matto” ma, lo potevo aiutare. Aveva deciso che avrebbe lavorato con me.
Fine quarta parte.
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