Pellicola di stampo storico, che descrive la guerra tramite la visione soggettiva di una famiglia contadina e in particolare attraverso gli occhi della più piccola delle figlie di quest'ultima. Il film si snoda, narrativamente, attraverso le vicende che precedono la guerra con l'arrivo dei primi nazisti alleati nelle campagne romagnole e quelle immediatamente successive alla fine dell'armistizio. La trama vincola pertanto il film a moderare la velocità nella prima parte, in cui l'introspezione e i rapporti familiari prevalgono sulle narrazioni belliche; nella seconda metà invece la sceneggiatura accelera e il film non disdegna affatto di rappresentare i cruenti atti di ritorsione dei tedeschi. Il valore aggiunto del film si nasconde dietro un paio di elementi: in primo luogo la regia, che dimostra sagacia e allo stesso tempo inventiva nel variare le diverse angolature della pellicola (vedi la soggettiva della bimba o l'assordante fischio del padre ferito); in seconda battuta, gli elementi che caratterizzano la vicenda - tipicamente nostrani - aprono gli occhi agli spettatori più attenti sulle nostre grandi istituzioni e le loro ragion d'essere (si faccia attenzione al ruolo della Chiesa durante le due ore di riprese). Non fosse per l'infinita lentezza della prima parte e - forse - per l'eccessivo uso di dialetto e sottotitoli, il film potrebbe vendersi decisamente meglio. Ma anche così, il naso non si storce. GIUDIZIO:
Pellicola di stampo storico, che descrive la guerra tramite la visione soggettiva di una famiglia contadina e in particolare attraverso gli occhi della più piccola delle figlie di quest'ultima. Il film si snoda, narrativamente, attraverso le vicende che precedono la guerra con l'arrivo dei primi nazisti alleati nelle campagne romagnole e quelle immediatamente successive alla fine dell'armistizio. La trama vincola pertanto il film a moderare la velocità nella prima parte, in cui l'introspezione e i rapporti familiari prevalgono sulle narrazioni belliche; nella seconda metà invece la sceneggiatura accelera e il film non disdegna affatto di rappresentare i cruenti atti di ritorsione dei tedeschi. Il valore aggiunto del film si nasconde dietro un paio di elementi: in primo luogo la regia, che dimostra sagacia e allo stesso tempo inventiva nel variare le diverse angolature della pellicola (vedi la soggettiva della bimba o l'assordante fischio del padre ferito); in seconda battuta, gli elementi che caratterizzano la vicenda - tipicamente nostrani - aprono gli occhi agli spettatori più attenti sulle nostre grandi istituzioni e le loro ragion d'essere (si faccia attenzione al ruolo della Chiesa durante le due ore di riprese). Non fosse per l'infinita lentezza della prima parte e - forse - per l'eccessivo uso di dialetto e sottotitoli, il film potrebbe vendersi decisamente meglio. Ma anche così, il naso non si storce. GIUDIZIO:
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