L’UOMO CON I PUGNI DI FERRO (The Man with the Iron Fists)

Creato il 21 luglio 2013 da Ussy77 @xunpugnodifilm

Corpo d’Ottone e pugni di ferro

RZA accosta generi (e passioni) differenti in un calderone privo di una sceneggiatura degna di questo nome. Il risultato è, velatamente, divertente; ma non è un film.

Il pacifico fabbro Thaddeus è costretto a fabbricare armi pericolosissime per gli spietati clan di Jungle Village. Il suo obiettivo è quello di racimolare abbastanza soldi per riscattare la sua amata Lady Silk dal bordello The Pink Blossom. Ma l’arrivo in città del mercenario Knife (in cerca dell’oro dell’Imperatore) e una guerra interna nel clan dei Leoni costringeranno Thaddeus a immischiarsi tragicamente.

Blaxpoitation e wuxapian. Questi sono i due generi che il regista RZA (producer e performer del gruppo rapper Wu Tang Clan) mescola indistintamente. Il risultato è L’uomo con i pugni di ferro (The Man with the Iron Fists, 2012), un baraccone ludico privo di una continuità stilistica e narrativa. Difatti nonostante il placido benestare di Tarantino (produttore) e la collaborazione del feticcio tarantiniano Eli Roth, la pellicola trasuda insensatezza e una serie di sequenze disgiunte, nelle quali spicca la costante alternanza di apparizioni di star orientali e occidentali. Purtroppo tutto ciò non costruisce un film, caratterizzato da un’involontaria (?) ironia e da una serie di pretesti futili e slegati tra loro. E se in più aggiungiamo che il protagonista (l’uomo con i pugni di ferro, interpretato da RZA) appare negli ultimi venti minuti, allora il danno è completo (senza dimenticare la partecipazione del wrestler Batista, per intenderci Corpo d’Ottone). Tuttavia se si vogliono mettere da parte i difetti e la voluta mancanza di verosimiglianza (RZA è un fabbro di colore nell’età dell’Impero cinese), si può assistere a uno spettacolo ludico, a tratti splatter. Purtroppo non è possibile non accorgersi di carenze stilistiche, che accatastano combattimenti vari, caratterizzati da calci volanti e coltelli che vengono estratti da armature avveniristiche e che rivelano citazioni e strizzatine d’occhio a quell’era blaxpoitation e kung fu, della quale era indiscusso protagonista il compianto Bruce Lee. Difatti è innegabile e non si può non notare la citazione del combattimento finale nella sala degli specchi de I tre dell’operazione Drago (Enter the Dragon, 1973). Tuttavia i rimandi si fermano principalmente qui, mentre il resto del film si fa beffe di un cinema che ormai è passato di moda. Infatti in L’uomo con i pugni di ferro non c’è nessun lavoro cinefilo alle spalle e non si trova, di conseguenza, quella volontà di ri-valutare un genere. In fin dei conti tra celebrazione e ostentazione c’è una grande differenza e l’ostentazione effimera di L’uomo con i pugni di ferro non convince e non appassiona. Non importa se dietro alla realizzazione di questo film ci sia la lunga mano di Tarantino. La benedizione di Quentin non basta per coinvolgere, soprattutto se il film non cavalca nessun tema e non si prefigge nessun obiettivo.

Uscita al cinema: 9 maggio 2013

Voto: **


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