L’uomo d’acciaio – Zack Snyder

Creato il 27 gennaio 2015 da Maxscorda @MaxScorda

27 gennaio 2015 Lascia un commento

Superman, basta la parola. La domanda semmai e': ha senso riproporre l’ennesima trasposizione cinematografica di un personaggio del 1938, padre finche’ si vuole di tutti i supereroi ma proprio per questo esaurito sotto ogni aspetto? Per Snyder evidentemente si e assieme a lui Nolan che in casa DC ci sguazza da tempo coi suoi Batman fenomenali.
Chiaro e’ che la storia deve essere riscritta per renderla piu’ appetibile e diciamolo, sensata nel nuovo millennio percio’ Krypton diviene un mondo morente dominato da caste guerriere e Russel Crowe, Jor-El il padre biologico di Superman, riesce a mettere in salvo il figlio assieme ai codici genetici dell’intera popolazione del pianeta.
Michael Shannon, il generale Zord cerchera’ di fermarlo e nel contempo prendere il potere politico e militare ma non riuscendo in nessuno di questi sara’ intrappolato nella zona fantasma e liberato quando Krypton esplodera’. Incontrera’ Kal-El, Superman ovvero Henry Cavill gia’ adulto e lo scontro mettera’ in gioco il futuro dei terrestri e dei kryptoniani.
Da tempo penso che Superman sia un personaggio bollito e poi tra DC e Marvel preferisco decisamente quest’ultima. Certo gli ho voluto molto bene, come non volergliene ma i giochi sono conclusi da tempo.
Ad attrarmi sono stati i nomi di Snyder e Nolan, il primo come vero e proprio fenomeno ancora non del tutto compreso e in parte inespresso, il secondo una macchina da guerra su tutti i fronti, scrittura, regia e produzione.
Il risultato finale e’ un film molto, molto buono, sotto tanti versi ottimo. Innanzitutto perche’ Snayder dimostra ancora una volta di conoscere l’argomento e non per un corso accelerato ma con la passione di chi e’ dentro alle storie dei supereroi da bambino, avendo percio’ assimilato la filosofia dei personaggi e il contesto degli universi letterari sia sul piano ludico che quello etico. Solo cosi’ e’ possibile stravolgere delle storie senza toccare l’essenza fenomenologica e ontologica dei personaggi. Sotto questo aspetto Superman c’e’ tutto e non e’ un caso che tanto spazio sia riservato ai due padri, alieno con Crowe e terrestre con Kevin Costner. E’ un Superman piu’ oscuro di come lo ricordiamo, eppure resta forte delle proprie convinzioni e del proprio pensiero, come a dire che il superuomo e’ dentro, merito anche del lavoro quotidiano e certosino di un genitore. Azzeccata percio’ la chiave di lettura di Nolan che capisce il vero punto debole di Superman, cioe’ Clark Kent, inteso come l’adulto giornalista del Daily Planet costretto a cambiarsi d’abito negli sgabuzzini e lo elimina completamente dalla storia, salvo il finale evitabile ma comprensibile per un possibile seguito e per accontentare chi del personaggio conosce il riassunto da Wikipedia. Snyder a sua volta si fa regista di un Superman esaltante, oltre ogni immaginazione in una perfetta trasposizione live-action di un combattimenti che su carta abbiamo solo potuto immaginare.
Altro merito del team di produzione e’ il casting, a partire da Cavill, perfetto connubio tra imponenza fisica e maturita’ interiore, Shannon che abbiamo gia’ conosciuto e apprezzato ma che comunque sorprende nella sua fisicita’, gli imperiosi Crowe e Kostner, quest’ultimo finalmente in un ruolo con un senso e un po’ tutti gli altri, tolto forse Laurence Fishburne che come Perry White non ci sta a dire nulla e al contrario Antje Traue che nel ruolo secondario di Faora-Ul brilla di luce propria.
Grande cinema fatto da grandi professionisti. Leggibile sotto molti livelli, va visto.

Scheda IMDB


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