L’uomo di vetro rimaneva distante,
trafitto da sguardi di gente ignorante
di quella presenza interpretata assenza
celata dalla sua innata trasparenza
l’uomo di vetro un tempo aveva un nome
poi lo perse in un insolito come
smise di essere nominato
finì con l’essere dimenticato
l’uomo di vetro aveva una bocca
ma ingoiò ogni parola sciocca
per non pronunciare falso consenso
si fece custode di tacito dissenso
l’uomo di vetro aveva due mani
illuso dall’uso di costruire il domani
credeva che avrebbe comandato il timone
comprese però che no ne era il padrone
l’uomo di vetro non si vedeva
ma oltre di lui non si procedeva
era un forte invisibile confine
che se violato feriva più di un rovo spine
l’uomo di vetro divenne testardo
deciso a fermare ogni bugiardo
che all’incerto destino della fragilità
lo aveva condannato con le sue mezze verità
l’uomo di vetro c’era e c’è ancora
infrange il silenzio per un monito ora
urla ai potenti che una sua scheggia
sarà la fine della loro reggia
l’uomo di vetro non è più solo
ha al fianco vittime di ugual dolo
attendono tutti che un errato passo
li infranga e produca un gran fracasso
il popolo di vetro sentenzia al governo
il potere ti ho dato ma non è eterno
rivoglio il mio tempo il tuo è scaduto
ritorno a esistere in modo assoluto