L’uomo nel mirino – marco borriello

Creato il 03 settembre 2010 da Gianclint

Marco Borriello, meglio conosciuto come Borriello, nasce a Napoli il 18 giugno 1982. Proprio mentre l’Italia stava giocando contro il Perù durante il mondiale spagnolo. Testimoni molto attendibili, la zia Assunta e il cugino Nicola Maria, dicono che mentre si stava svolgendo la partita, la signora Borriello futura madre di Marco era in pieno travaglio. Mentre il figlio veniva alla luce, tutti erano talmente presi dall’evento e talmente partecipi, che addirittura zio Domenico si alzò in piedi urlando: “Gooool!!! Ha segnato Conti!!!” E tutti festeggiarono l’arrivo del nuovo nascituro, che era talmente importante per loro, che decisero di dargli un nome appena finita la partita. Quando alla madre venne annuciato il sesso del neonate, rispose: “Si, si ok. Ma chi ha pareggiato del Perù?” “Tiro di Diaz autogol di Collovati.” “Porcaccia mi… che sesso è mio figlio scusi?” E così Marco venne al mondo, nell’indifferenza generale, e forse quanto accaduto alla nascita diede vita alla sua più grande passione, il calcio.

Borriello inizia la sua avventura nello sport più bello del Mondo partendo subito forte, nel Milan! Correva l’anno 1996 quando un giovane e bel napoletano vinse tutti i provini per entrare nella primavera rossonera, la concorrenza era spietata, ha dovuto misurarsi con quelli che sarebbero poi diventati dei protagonisti del calcio nostrano, Gilardino, Cassano, erano solo due di quei giocatori che quel giorno non c’erano. Borriello infatti se la vide solo con Emanuele Calaiò, che non si presentò per un attacco improvviso di diarrea e fuggì a Torino. Ma non stiamo qui a sottolineare queste cose, Borriello viene preso e basta.

Nella primavera del Milan, tutto andava a meraviglia, non passava giorno che i compagni, l’allenatore, i tifosi e anche i dirigenti, non si dimenticavano mai di ricordargli quanto fosse importante per loro. Le cose che gli dicevano più spesso erano: “Marco, posso chiamarti Borriello? Ok, Borriello. Tu per noi sei importantissimo, non lasciarci mai Borriello. Borriello, guarda, piuttosto vendo Weah, Simone, Baggio e Dugarry, ma tu no. Tu sei il presente e il futuro, Borriello. Noi ti amiamo Borriello.” e fu così che venne prestato al Teviso.

Al Treviso neanche si accorsero di lui. Dopo due anni l’allora presidente Caberlotto, convocò Pillon in sede e gli disse: “Giuseppe, io mi fido di te come fossi mio fratello. Sulla base di questo ti chiedo, dimmi un giocatore che secondo te è un campione del quale non possiamo assolutamente privarci!” e Pillon ci pensò e ripensò almeno un paio d’ore, finché rispose: “Beh c’è quel Borriello che abbiamo preso in prestito dal Milan…” “Chi? Ah quello era un giocatore? Io l’ho girato alla Triestina! E me lo potevi dire prima?”

Finalmente nella Triestina, Marco detto Borriello, si gioca le sue chances per emergere nel calcio che conta, colleziona infatti 9 presenze grazie all’improvvisa scomparsa degli altri quattro attaccanti, ritrovati poi legati e imbavagliati in un casolare abbandonato. In quelle 9 presenze, Borriello riesce a segnare un gol! Era in fuorigioco, ma l’arbitro era talmente magnanimo che decise di convalidarglielo. Ancora oggi Borriello conserva la foto di quell’arbitro nel portafogli a ricordo di quel giorno. Al ritorno degli attaccanti titolari, un po’ sconvolti e denutriti, Borriello sparisce nel nulla. Nonstante le condizioni fisiche dei compagni di reparto, Borriello riesce a far peggio di loro in allenamento e in partita, tanto che l’allenatore decise di chiuderlo in un sacco e abbandonarlo davanti alla porta della sede del Treviso, con un cartello che diceva “riprendetevelo e tenetevelo!”

Tornato dunque al Treviso, nella stagione 2001-2002, riesce a ritagliarsi il suo spazio collezionando 27 presenze, ma la cosa sorprendente fu che riuscì a realizzare 10 gol, si ok era la C1, ma non è che dobbiamo star qui a cercare il pelo nell’uovo. In ogni caso vista la sua discreta stagione, il presidente lo convocò (i presidenti del Treviso avevano questo vizio di convocare  chiunque) e gli disse: “Tu, Marco, meglio conosciuto come Borriello, sei il nostro miglior giocatore. Sappi che noi, puntiamo tutto su di te. Si, lo so, lo so, purtroppo quest’anno ci siamo piazzati quarti, ma sono certo che  grazie a te, il prossimo anno riusciremo a risalire in serie B!” Ed infatti fu così! Il Treviso l’anno dopo tornò in serie B da primo in classifica! Questo anche e soprattutto, grazie al fatto di aver ridato Borriello al Milan ad inizio stagione.

Ritornato a casa dopo 4 anni in prestito, Borriello scoprì che al Milan erano cambiate molte cose. In panchina siedeva una vecchia conoscenza del calcio rossonero, Ancelotti, in attacco poi c’erano Inzaghi, Shevchenko, Tomasson… “ma chi sono questi tizi?” ma Ancelotti e Galliani lo rassicurarono ancora una volta: “Marco o per meglio dire Borriello, non ti preoccupare, tu sei e sempre sarai il nostro vero campione. Noi crediamo in te e punteremo tutto su di te!” e lo prestarono all’Empoli.

All’Empoli, non facevano altro che ricordargli che era amato da tutti, talemente tanto che appena fu possibile, lo riportarono al Milan.

Di nuovo al Milan, non fece in tempo a dire: “finalmente sono tornato” che finì alla Reggina.

in Calabria totalizzò ben 30 presenze vantando una invidiabile media realizzativa di un gol ogni 15 partite, fu talmente amato da tutti che lo cacciarono alla Sampdoria.

E fu li che tutto gli fu chiaro: “inizio a pensare che la gente mi consideri una pippa, ci fosse uno che mi tiene!” Ma alla Samp il copione si ripetè, 11 presenze e ancora 2 gol, ma almeno poteva vantarsi di avere abbassato la media! Non bastò per i blucerchiati che non sapendo dove sbolognarlo, lo chiusero in un sacco e a metà stagione, lo abbandonarono difronte alla porta della sede di quella squadra che diede il via a tutto. Il Milan? No, ancora il Treviso!

In sei mesi totalizzò 20 presenze segnando ben 5 gol, aiutando con successo il Treviso a retrocedere dalla serie A alla B.

Tornò dunque al Milan rimanendoci per tutta la stagione, 9 presenze e un gol, e fu dopo quel gol che Galliani volle parlare con lui privatamente: “Borriello, voglio essere chiaro con te. Tu, sei sempre il nostro campione, il nostro presente e il nostro futuro, Inzaghi? Gilardino? Ronaldo? Bah! Tutte pippe! Tu, solo tu mi sai dare emozioni, e il presidente è entusiasta di te! Borriello ormai te lo possiamo dire, il futuro in questa squadra è tuo!” e fu così che lo cedettero definitivamente al Genoa.

Ma per la prima volta da ex tesserato rossonero, e per la prima vola da giocatore non in prestito, Borriello fregò tutti e fece il colpaccio! 35 presenze e 19 gol con la maglia rossoblu in una sola stagione! Preziosi gongolava, Galliani si mangiava le mani, e Borriello se la rideva! “Visto? Per tutti questi anni non avete creduto in me! Non tornerò mai più al Milan! Ah Ah! Ora mangiatevi il fegato e rimpiangete quello che vi siete persi!” e Preziosi gli faceva echo: “Borriello non me lo tocca nessuno! E’ il nostro fiore all’occhiello! La nostra punta di diamante! Il nostro leader! Il nostro faro!” ma appena Galliani disse: “Ce lo rivendi?” Borriello ritornò al Milan.

E finalmente, dopo tanti anni passati in giro per l’Italia, Borriello poteva definirsi L’attaccante del Milan! Oh! Basta prestiti! Basta prese in giro! Basta concorrenza feroce! Finalmente ora tutto era come l’aveva sempre sognato! Nella prima stagione purtroppo un’infortunio ne compromise le prestazioni, ma nella seconda stagione Borriello si consacrò nell’Olimpo degli attaccanti rossoneri! Portando il Milan verso traguardi che in quella estate erano inimmaginabili, tutto ciò fece esclamare Berlusconi: “Guai a chi mi tocca Borriello! Borriello è l’attaccante che ci voleva!! Ho sempre creduto in Borriello! Borriello è il nostro uomo simbolo!” e a quelle parole, Borriello iniziò un po’ a grattarsi i birindelli, e aveva ragione a preoccuparsi. Si perché manco a dirlo, appena si presentò l’occasione di comprare Ibrahimovic, che fece Galliani? Partì subito per Barcellona cercando di piazzare Borriello nella trattativa, la cosa fallì, ma Ibrahimovic arrivò lo stesso. Si ma Borriello? Al Milan dissero che puntavano su di lui, ed infatti venne ceduto alla Roma. In prestito.

Ma a Roma le cose saranno diverse, noi lo sappiamo. Rossella Sensi è stata chiara: “Borriello? Puntiamo tutto su di lui!” , Gigi Simoni ha già preparato il sacco. Il Treviso è avvisato…


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