L’uomo-pianta

Creato il 04 dicembre 2013 da Buenobuonogood

Dare la possibilità all’essere umano di cibarsi come una pianta. È “Algaculture”,  un progetto nato dall’idea di creare una simbiosi tra essere umano ed alghe.

Per produrre cibo attraverso la fotosintesi, basterebbe indossare una sorta di casco formato da una serie di tubi, in grado di catturare l’anidride carbonica che fuoriesce dalla bocca ed andare così ad alimentare una popolazione di alghe, immagazzinabile come scorta alimetaria. L’idea è quella di permettere all’uomo del futuro di diventare un organismo semi-fotosintestico, in grado di prodursi il proprio cibo.

Gli autori del progetto sono Michael Burton e Michiko Nitta che, ammiccando alla corrente del transumanesimo contemporaneo, hanno presentato questa bizzarria lo scorso anno al Victoria & Albert Museum di Londra. Durante uno show attuato nel parco del famoso museo britannico, una cantante lirica ha indossato il casco e prodotto vere e proprie alghe, fatto reale che il pubblico ha potuto comprovare (vedi video a fondo pagina, ndr.).

Burton e Nitta sono stati ispirati dall’articolo  ”Light diet: Animals that eat sunshine” (New Scientist, 2010), in cui gli scenziati  Debora MacKenzie e Michael Le Page hanno coniato il termine “plantimals” - piantanimali, per definire alcuni animali fotosintetici (lumache e salamandre), che hanno letteralmente accolto ed integrato le alghe nel proprio corpo, creando una partnership detta endosimbiosi.

L’uomo-pianta di Burton e Nitta è stato presentato al pubblico in chiave creativo-artistica ma è un progetto che richiama una serie d’importanti passi in avanti della scienza. Algaculture è solo la facciata pubblicitaria dei tanti progetti di bio-ingegneria che si stanno svolgendo nei laboratori di tutto il mondo, volti a ridefinire l’essere umano in vista della sua prossima evoluzione.

Si chiama transumanesimo ed è una corrente di pensiero che vede come unica possibile evoluzione umana la nascita di una razza post-umana, in grado di superare le limitazioni con cui dobbiamo convivere oggi. Attraverso il potenziamento delle nostre capacità fisiche e cognitive, i transumanisti ci immaginano come future entità bioniche, in grado di accedere e decodificare l’attività cerebrale come oggi accediamo e lavoriamo con i processori di un computer.

Esperimenti che fino ad oggi sono stati svolti solo con animali cavie da laboratorio, tra pochi anni coinvolgeranno anche noi uomini. Dalla computerizzazione del cervello all’eliminazione delle malattie e dell’invecchiamento, la creazione di superesseri umani è una realtà supportata da centinaia di scienziati coinvolti nello sviluppo dell’uomo del futuro.

Progetti di questo calibro sono ancora tenuti un po’ all’ombra per il grande pubblico, perché ancora spaventa o potrebbero addirittura far accendere pericolose lampadine alle menti più perverse (che pullulano oggigiorno, ndr.), pronti a trasformarsi in superuomini per distruggere e dominare il mondo…

Al di là delle fantasia fumettistiche, tra un documentario e una presentazione stile Algaculture, poco a poco, la gente comincia a conoscere i progetti d’ingegneria transumanista e capire che l’odierna brama umana è cercare di copiare, potenziare e riuscire a superare quel lavoro divino che fino ad oggi ha svolto Madre Natura. Un gioco invitante, certo ma, come dire, “vietato ai minori”.

Matteo Vitiello


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