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“L'uomo sospeso nel tempo”: la forza della vita nel romanzo di Tony Mantrino

Creato il 09 dicembre 2014 da Isa Voi @VoiIsa
“L'uomo sospeso nel tempo”: la forza della vita nel romanzo di Tony Mantrino
Siciliano, 37enne e dotato di un umorismo intelligente che arricchisce quella sua eleganza innata che lo rende particolare: è Tony Mantrino, autore del romanzo “L'uomo sospeso nel tempo”, appena dato alle stampe.
Il giovane, vigile del fuoco con l'amore della cucina e dello sport, ci ha regalato un libro travolgente, destinato a rimanere nel cuore dei lettori; un viaggio nei ricordi, nel dolore e nelle gioie, che segnano inevitabilmente i solchi della vita vissuta.
Abituato a viaggiare prima per l'Italia, poi all'estero, Tony Mantrino è un uomo estroverso, estremamente positivo nei suoi pensieri e incline a dar valore e rendere importanti anche le cose più piccole, che per molti potrebbero sembrare insignificanti.
Dotato di una grande forza d'animo che traspare dai suoi bellissimi e profondi occhi azzurri, che sembrano dire molte cose, abbiamo avuto il piacere di incontrarlo e intervistarlo:
1. “L'uomo sospeso nel tempo” è la sua prima opera: di cosa parla questo romanzo?
Il protagonista di questa storia, al quale ho voluto dare il nome Tony, nasce in una importante e antica città siciliana, Enna, in una famiglia semplice e onesta; è un bambino brillante, dotato di un'astuta dialettica e di un'accesa vivacità che lo spinge a scoprire e "vivere" tutto quello che la vita gli offre ogni giorno.
Il giovane cresce con la sensazione di essere sempre “grande” per tutti e capace di saper fare sempre da solo, senza bisogno di coccole.
Tony, senza disprezzare un inizio umile, comincia a lavorare sin dall'infanzia nell'officina del padre; ma la sua voglia di migliorare non riesce a spegnere la sua ambizione, così dopo vari concorsi riesce a entrare nel corpo dei vigili del fuoco.
Un posto, questo, che non rappresenta solo un lavoro sicuro, ma soprattutto la possibilità di riscattarsi e fare qualcosa che possa essere di aiuto per gli altri: un modo, insomma, per poter fare per gli altri quello che nessuno aveva fatto per lui.
L'illusione, però, presenta sempre il conto: questo lavoro, infatti, lo porterà lontano per anni, a Torino, dove il ragazzo si troverà nuovamente “solo”, costretto ad allontanarsi dalla famiglia.
Nonostante le difficoltà, il ragazzo continua ad amare la vita che si è cucito addosso e grazie alla sua buona dose di sana“pazzia”, riesce a superare anche questo periodo di distacco.
2. Perché la scelta di un titolo così emblematico?
Il percorso  vitale del protagonista è un continuo viaggio, emotivo e fisico, accompagnato da una cornice di turbamenti, dolori, gioie, cambiamenti e a volte contraddizioni, ma capace di riscoprire e riconoscere la sua bellezza, nonostante le diverse sfumature e le altalene di umori.
Da qui l'idea di un uomo sospeso nel tempo, dinamico nel raggiungimento dei suoi obiettivi: un romanzo che rappresenta un lungo cammino di ricerca che Tony affronta con timida difesa.
E sarà proprio questa la formula vincente per fargli “capire” e apprezzare la quotidianità, soprattutto nelle piccole cose: il ragazzo, infatti, durante il suo percorso non dimenticherà mai che non serve a niente lamentarsi per quello che poteva essere e non è stato, ma soprattutto non abbandonerà mai la sua umiltà.
3. Quale messaggio vuole trasmettere?
Sono da sempre convinto che la vita è continua ricerca e che ogni essere vivente è un piccolo miracolo, con le sue particolarità, le sue differenze, le sue forze e le sue debolezze. Anche una vita vissuta con umiltà (qualità che considero una vera forma eccelsa di intelligenza), deve essere percorsa nelle sue strade infinite.
 Ne “L'uomo sospeso nel tempo” ho voluto presentare un personaggio di grande dignità, che conserva quella curiosità tipicamente infantile di cui tutti credo abbiamo bisogno: un concentrato di potenza e di delicatezza che grazie alla sua semplicità è in grado di trasmettere la grandezza della vita.
Come dice Diderot, “l'unico dovere che ha un uomo è quello di rendere felice se stessi”: e  Tony investe tutta la vita per rimanere fedele a questo impegno.
4. Il suo romanzo è ambientato in Sicilia, dove lei è nato: quale è il rapporto con la sua terra?
Amo la vita e tutto ciò che essa regala ogni giorno, ogni attimo: per questo mi affeziono e apprezzo tutti i luoghi che ho avuto la fortuna di visitare, sia italiani che stranieri.
Nulla, però, può riscaldarti e accoglierti come la tua Terra, che ti ha plasmato e generato. Amo la mia Sicilia, i suoi odori, il suo cibo, le sue bellezze naturali; apprezzo la sua gente, la loro solarità e il sapersi mettere sempre in gioco e adoro il magico suono dei detti siciliani.
L'amore per la propria Terra rappresenta l'amore inevitabile per le proprie origini, per la propria famiglia, per le proprie radici che rimarranno sempre lì, anche se i rami sono destinati ad arrivare lontano.
E nel mio romanzo non potevo non trasmettere con entusiasmo tutte queste mie sensazioni.I
5. Ci descriva con  quattro aggettivi il suo stile letterario...
Quando scrivo mi abbandono a uno stile semplice, diretto, ricco di descrizioni e spesso colorito da dialoghi dialettali, con i quali voglio rendere ancora più viva la forza e l'essenza dei personaggi. Penso che quando si tratta di scrivere la semplicità è il miglior partito: per me un romanzo deve pulsare, come la vita e deve trasmettere tutto l'entusiasmo che lo scrittore sente dentro e che vuole condividere con i suoi lettori.
6. Come giudica il mondo dell’editoria oggi?
Anche se il mio esordio letterario è stato positivo e non ha riscontrato particolari difficoltà, penso che in generale la strada da percorrere per un autore emergente sia lunga e richieda una buona dose di pazienza.
Oltre a trovare un bravo editore che creda nella bravura dell'artista e scelga di investire su di lui, la parte più difficile è quella di farsi conoscere e “farsi leggere”: troppi scrittori, troppe offerte e purtroppo pochi lettori.
Ma mai abbandonare le proprie passioni: bisogna insistere e farle sopravvivere, perché una vita senza passioni non è vita.
Thomas Mann diceva che “lo scrittore è una persona a cui scrivere riesce più difficile che agli altri”, ed è vero; ma la parte più complicata è sicuramente la fase successiva: pubblicare e “essere letti”.
7. Da dove nasce la sua passione per la scrittura?
A me piace scrivere per pensare e per riflettere, forse perchè di questi tempi abbiamo poche occasioni per fare questo, a causa degli impegni e della costante fretta.
Amo molto abbandonarmi alla lettura e approfondire autori moderni di vario genere, come Massimo Gramellini, Luis Sepulveda, Donato Carrisi e Andrea Vitali.
Sono molto legato, però, agli autori della mia terra: Leonardo Sciascia, Luigi Pirandello, Giovanni Verga (anche se lo trovo troppo pessimista), Capuana, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, dei quali ancora nella nostra terra si respirano la storia e i pensieri.
Grande ammirazione provo per Andrea Camilleri, che trovo magistrale nel descrivere la Sicilia e i suoi abitanti.
Giudico il libro uno strumento magico e potente, che ti permette di poter visitare mondi, terre, vite, vivere storie che altrimenti non avresti potuto vivere: non mette limiti e rende tutto possibile a uno scrittore.
8. Tony Mantrino, se non fosse stato vigile del fuoco e scrittore, sarebbe diventato....
Nella mia vita non ho mai voluto seguire la corrente; anzi, quando vedo la gente correre verso una direzione io preferisco stare fermo. Per scelta.
Per questo sono convinto che il raggiungimento di un obiettivo non è la fine dei sogni o un   fermo nella realizzazione personale.
Le vite degli uomini sono brevi: ecco perché è importante dal loro un senso. Personalmente, finora,  ho sempre seguito quello che ho sentito partire dalla passione interiore: il mio lavoro, la mia famiglia e l'amore per la scrittura.
Un'altra via che mi sarebbe piaciuta percorrere, oltre a viaggiare, è quella della cucina e dell'apertura di un agriturismo o di un ristorante tipico di piatti siciliani; il cibo, secondo me, è una “colla” che riesce a unire delicatamente emozioni, piaceri dei sensi, socializzazione e lo stare bene insieme.
Collodi soleva dire “Insegui ciò che ami, o finirai per amare ciò che trovi”: quindi io dico mai dire mai!
9. Progetti futuri?
Sto ultimando il mio secondo romanzo, ma non voglio ancora sbilanciarmi: sarà una sorpresa per tutti coloro che vorranno leggerlo.

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