Lo sguardo di Daniele De Rossi in questa foto rappresenta bene l’atteggiamento con cui la Roma ha ospitato la Juventus lunedì all’Olimpico.
La squadra di Luis Enrique, rimaneggiata da infortuni e squalifiche, è sempre difficile da affrontare in casa, specie quando è ferita e arrabbiata: ferita nell’orgoglio per una stagione che non decolla e arrabbiata di vedersi sfilare davanti le prime della classe senza poter in qualche modo intralciare loro la strada.
Daniele De Rossi, Capitan Futuro, l’oggetto del desiderio di mezzo mondo calcistico, si deve reinventare come difensore centrale e, curiosamente, dopo aver vagato tra l’attacco e il centrocampo romanista nelle innumerevoli formazioni studiate dal tecnico spagnolo, trova il gol proprio in questa occasione.
Per meglio dire, il suo tiro, al 6° minuto della partita, sarebbe una ciabattata buona solo per le statistiche ma Buffon (insolitamente poco reattivo) e Vidal (liscio sesquipedale fantozziano) ci mettono molto del loro per tramutarlo in gol. Il gol del vantaggio trasforma la Roma in una squadra più consapevole dei propri mezzi anche grazie alla presenza cabalistica di Francesco Totti, mai apparso più in carne, sconclusionato, inconcludente e lento come ieri sera.
La presenza del capitano però, devo dirlo, mette ordine dalla trequarti in su e se non fosse per un Lamela ancora troppo acerbo e per un Osvaldo visibilmente infastidito dalla sua presenza, il risultato sarebbe potuto essere anche più drastico per la Juventus.
Già. la Juventus.
All’Olimpico la prima della classe in pectore impatta contro una squadra si rimaneggiata ma anche umorale e tenace (come il Napoli del San Paolo, queste caratteristiche sono le uniche in grado di frenare la squadra di Conte) e soffre quelle poche occasioni in cui i padroni di casa si fanno vedere davanti: Bonucci non sembra ancora pronto per i palcoscenici che contano.
Il vantaggio giallorosso tiene finchè può, ovvero fino a quando una scorribanda di Giorgio Chiellini non porta il difensore bianconero a colpire di testa approfittando della dormita della retroguardia giallorossa, specie del portiere Stekelenburg che, imparando da quanto fatto da Buffon in occasione del gol giallorosso, abbozza un’uscita da terza categoria.
In questi casi si dice che il pareggio è il risultato più giusto per una partita frizzante, divertente e, che alla fine si rivela anche ostica per la Juventus ma per fortuna che c’è Totti.
Fortuna per la Juve perchè il tiraccio dal dischetto del Pupone viene respinto agevolmente da Buffon e fortuna per l’arbitro perchè quel rigore lo puoi dare solo alla Roma e solo all’Olimpico.
Finisce 1 a 1 e tutti sono (s)contenti: la Juve sale a quota 30 in classifica agganciando l’Udinese, la Roma rimane nel limbo di centro classifica ma acquista una maggiore consapevolezza di se stessa essendo stata una delle poche squadre a non perdere contro questa Juventus che, piaccia o no a Conte, sta veleggiando verso il titolo.
MVP Roma: Daniele De Rossi 8. Si reinventa come centrale difensivo e fa la sua porca figura, manda in vantaggio la squadra e offre sempre grinta e tenacia. Un giocatore così, davanti alla difesa, lo vorrebbero tutti (Specialmente chi gioca con la mummia Van Bommel –piccola eresia– mi sia consentito dire).
MVP Juventus: Giorgio Chiellini 7. Nella partita in cui Marchisio giochicchia male a centro campo tocca al gormita più brutto della batteria andare ad incornare quel pallone che sembrava perso. E’ il solito lottatore a tutto campo, affinasse un po lo stile ed i movimenti sarebbe anche bello da vedere. Intanto è utile, e tanto basta.
Dietro la lavagna.
Arturo Vidal 5: il liscio con cui manda in gol De Rossi è da cineteca, un errore così su un campo di serie A dovrebbe costare tre o quattro giornate di tribuna; se poi ci aggiungi il pasticcio in occasione del rigore giallorosso allora uno pensa che Felipe Melo si sia reincarnato.
Francesco Totti 4: consentitemi di essere esplicito fin dall’inizio – diceva in un film Sir John Wilmots – anche se non vi piacerò affatto. Il Pupone rompe sistematicamente i cosiddetti all’allenatore di turno per essere in campo, mugugna quando va in panca, rilascia proclami di amore alla squadra (per poi duplicarsi lo stipendio, ma questa è un’altra storia) e poi una volta che gli viene concessa un’occasione d’oro contro il nemico di sempre che fa? Zampetta sulla trequarti, prova improbabili colpi di tacco, poi ha l’occasione di colpire e spara in bocca a Buffon. Mi spiace per lui ma Balotelli aveva proprio ragione: Totti è proprio bollito a puntino.