L’urlo di Grillo terrorizza la politica dei privilegi. E trova simpatizzanti anche a destra

Creato il 28 aprile 2012 da Iljester

Personalmente non sto certo dalla parte di Grillo (che tempo fa chiamai il ricco tribuno). Non potrei mai essere dalla parte di qualcuno che urla, straurla, vende i cd dei suoi spettacoli, e non propone null’altro che l’annientamento del sistema attuale, come un telepredicatore qualsiasi in una tv regionale. Non potrei, in altre parole, essere dalla parte di chi sulla demagogia, quasi dogmatica e fine a se stessa, ci fa i soldi. Seppure a destra ormai c’è chi lo ammiri.

Grillo fondamentalmente è un comico, un uomo di spettacolo, che vive la politica come un grande show nel quale egli, davanti a una platea virtualmente immensa, vomita le sue battute anticasta, a volte efficaci (e lo riconosco), ma sempre difettose nel soddisfare le domande cruciali: “E poi?”, “E poi che si fa?”

La verità è che Grillo è egli stesso figlio del sistema corrotto, antinazionale che ci ha svenduto ai poteri economici, alle banche, alle nazioni straniere per i classici trenta denari. Lo è nei termini di reazione inevitabile, di cavaliere che si è messo in testa di cavalcare quanto già covava sotto la cenere degli umori del popolo italiano: l’antipolitica, l’odio viscerale nei confronti di una classe di nobili da operetta, irriducibile e incapace di afferrare il concetto: il gioco (sporco) è finito. Che poi questo suo ruolo egli lo abbia assunto per finalità puramente veniali o meno è un altro discorso che non voglio qui affrontare.

Ma è indubbio che Grillo abbia comunque non poche ragioni nell’interpretare gli umori rabbiosi degli italiani onesti. La politica è una classe di nobili ottusi, piena — piena — di privilegi. Dagli stipendi favolosi ai rimborsi elettorali, fino ad altri vantaggi ingiustificati e ingiusti, spesso nascosti nelle pieghe di regolamenti, leggi e leggine che non sempre è facile conoscere e che eticamente sono delle vere e proprie ruberie a danno del popolo, portato alla fame. La politica e i suoi apparati amministrativi di vertice sono un costo collettivo che è diventato ormai insostenibile, non tanto sul piano economico, quanto sul piano etico e morale. Sul piano della coscienza. Perché non è accettabile che in un paese, i sacrifici vengano richiesti da un governo illegittimo (non eletto) e proprio a coloro che tutta una vita vivono di sacrifici, mentre i grassi politici, i grandi manager e i direttori generali delle amministrazioni pubbliche incassano denaro pubblico a palate senza fatica, senza sporcarsi le mani e senza contraccambiare con un governo e un’amministrazione eticamente corretta e leale nei confronti della nazione.

I partiti dunque non possono lamentarsi, né accusare Grillo, né soprattutto demonizzarlo. Perché Grillo è un loro figlio legittimo e non è certo il figlio dell’antipolitica, che Grillo — come ho già detto — si limita semplicemente a cavalcare. Dunque non se la prendano con noi (in quanto popolo) se egli rischia di arrivare in Parlamento è rompere i coglioni a tutti. Lo hanno voluto e adesso se lo tengano. Almeno finché non capiranno due cosette fondamentali: gli italiani non sono delle pecore; non sono una massa di coglioni senza cervello. Capito Bersani? Capito Alfano? Capito Casini? Se non volete che Grillo o qualcun altro come lui diventi il nuovo punto di riferimento degli italiani le cose da fare sono queste:

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  • abolire il finanziamento pubblico ai partiti in toto, senza sé e senza ma;
  • dimezzare i parlamentari e gli stipendi di vertice;
  • regolamentare i partiti e i sindacati, affinché siano organizzazioni democratiche e trasparenti;
  • tagliare pesantemenete le spese del Quirinale e delle altre istituzioni;
  • abbattere il fisco sugli imprenditori e i lavoratori;
  • abbandonare l’euro e tornare alla lira;
  • riformare il sistema elettorale con l’elezione diretta del capo dello Stato con le primarie.
  • riformare la giustizia, separando carriere e funzioni dei magistrati.

Forse non tutti saranno d’accordo con i singoli punti di questa sintesi programmatica. Ma è chiaro che è comune a tutti la consapevolezza che il sistema attuale è un sistema criminale che meriterebbe un processo di Norimberga per attentato alla sovranità del popolo italiano contro coloro che pervicacemente continuano a sostenerlo e sponsorizzarlo come il migliore. Ma migliore per chi? Ovviamente per loro.

di Martino © 2012 Il Jester 


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