Sono circa 280 le nuove droghe che circolano tranquillamente nella nostra società, senza considerare le più “famose e discusse“. Dal 2009 ad oggi il Dipartimento per le politiche antidroga ha provveduto a censirle e catalogarle. Spesso vengo associate a nomi di fantasia (spice / ossia spezia-droga in lingua inglese), o accostate a termini botanici, richiamando così ‘la naturalezza’ e non pericolosità del loro utilizzo.
Alcune di tali nuove droghe, per cui gli spacciatori sono già in azione, sono già famose. Ad esempio la Ketamina, sostanza nota e ben conosciuta dagli esperti e specialisti delle tossicodipendenze. Altre vengono catalogate come “furbe“, o smart (ossia eleganti sempre dalla lingua inglese), o droghe nascoste. Tutti termini, e denominazioni di nuovo conio per descrivere un pericolo in crescita, ed un mercato di nuova generazione, che viaggia on line, che sta assumendo il potere di superare quello legato al consumo delle droghe ‘tradizionali’.
Tali evidenze sono state riferite dal Governo (non caliamoci nelle “dolorose vicende di queste ore“) in occasione della stesura del nuovo piano nazionale contro l’utilizzo di tali sostanze, ma che assieme a quelle ben note (come cocaina ed eroina) hanno un valore “economico” per il nostro paese di circa 24 miliardi di Euro/anno.
Le nuove droghe, subiscono il fascino della tecnologia, e utilizzano canali non standard per diffondersi. Internet pubblicizza ed offre, talvolta in maniera subdola, sostanze che vengono proposte come “prodotti per la casa, o per la cura delle piante”, ma che in realtà hanno tutt’altro utilizzo.
Gli acquisti e i pagamenti, ormai collaudati con carta di credito on line, rendono, assieme all’invio in “pacco postale anonimo”, sempre più difficile riscontrare, e tracciare, il percorso di tali droghe. Sinora sono circa una settantina i casi di intossicazione che hanno portato gli utilizzatori diretti al Pronto soccorso.
Giovanni Serpelloni, capo del dipartimento antidroga, ha ribadito quanto sopra, ossia che tali sostanza si trovano nei siti dedicati al giardinaggio, ai ricambi auto, o proposti come coadiuvanti per alcuni disturbi di salute, ed addirittura nei siti dedicati ai libri scolastici (circa 500 siti).
Non vi è proprio dubbio che il mercato delle nuove droghe non conosce gli effetti della crisi, o sarebbe meglio dire che rappresenta il frutto della crisi della nostra società?