Ognuno ha il suo punto di vista ed al di là dei programmi, tutti ammissibili, non lo voterò mai per questioni di principio.
Innanzitutto per la gestione interna dei suoi eletti, portavoce o rappresentanti che non è per nulla democratica.
Secondo per il fatto che non puoi partecipare ad elezioni, prendere una paccata di voti e poi chiamarti fuori dai giochi della politica democratica, dopo avere promesso il cambiamento.
Per fare il cambiamento, qualsiasi cambiamento, ti devi misurare con la situazione che trovi, l’esistente.
Che ti piaccia o no è da lì che devi partire. Confrontarti con la situazione che trovi per cambiarla e migliorarla.
Nel 2000 l’azienda dove lavoravo ha acquisito una concessionaria che stava chiudendo, in difficoltà, si parla di una azienda con più di 100 dipendenti.
Il mio compito era di ristrutturare e riorganizzare il magazzino ricambi e mi sono trovato con 21 persone da gestire.
Nel giro di un mese ho fatto le mie valutazioni, individuato le mele marce e quelle sane sulle quali contare. Ho scoperto di tutto, non è il caso di raccontare per filo e per segno tutte le situazioni.
Ma una la devo raccontare perchè da l’idea della situazione che si era creata all’interno di quella azienda.
C’era un gruppo di “senatori” che avevano messo in piedi un gioco sporco a spese dell’azienda, un giro di affari che non dava nessun reddito, anzi, diciamo che ra un costo e chi vuole intendere intenda.
In due ore ho fatto scrivere la lettera di dimissioni per tre persone ed avevo elementi tali per i quali non avrebbero potuto rifiutarsi.
Voleva dire smantellare la spina dorsale di quel magazzino, quella storica, che nessuno negli anni precedenti aveva individuato come la causa primaria delle difficoltà aziendali.
Erano i capi, godevano della massima fiducia della proprietà ed è grazie a questa fiducia che hanno potuto prosperare con i loro, loschi, affari.
Me li sono trovati non li avevo scelti e se volevo far rinascere la situazione dovevo confrontarmi con essa. Non potevo aspettare di trovare altri 21 collaboratori per imporre il nuovo che avanza.
Le persone oneste, che erano state emarginate, le ho coivolte nel progetto ed è grazie a loro se siamo riusciti nel giro di pochi anni a raggiungere fatturati che non si sono più ripetuti.
Ho trovato un ambiente depresso e grazie all’impegno ed alla volontà di tutti l’abbiamo riportato in vita, all’antico splendore.
Ricordo ancora il giorno in cui hanno riacceso la filidiffusione, è ripartita la usica di sottofondo.
Se vuoi cambiare le cose in politica, per me, devi usare lo stesso metodo distinguere le mele marce da quelle sane appoggiarti ad esse anche se tecnicamente sono meno capaci, se non altro sono oneste e non ti tradiranno.
Chiamarti fuori ritenendoti superiore o comunque pensando che siano tutti uguali e che tutti facciano schifo vuol dire isolarti, ti sei tagliato fuori da solo perchè se la situazione è marcia ti ci devi buttare con tutti e due i piedi altrimenti non la puoi curare e guarire.
Ci contavo sul M5S e l’arroganza, la prosopopea con la quale la Lombardi e Crimi sono andati all’incontro con Bersani mi ha fatto capire che non sarebbe cambiato niente e per due ragioni.
La prima è che Bersani era in difficoltà all’interno del suo partito e l’eventuale sponda del M5S lo avrebbe reso più forte e quindi avrebbe reso possibile il cambiamento.
La seconda è che delirio di onnipotenza che coglie sempre i vincitori impedisce loro di cogliere la realtà nella sua complessità presi come sono dall’ebbrezza che da il potere di umiliare chi apre loro una porta.
Una cosa è certa: l’unico che ha aperto la porta al M5S è stato Bersani. E’ stato umiliato da due imbecilli (politicamente) telecomandati ed è stato fatto fuori dalla segreteria del suo stesso partito.
Il risultato di questa strategia, dei migliori che non vogliono sporcarsi le mani con la realtà in attesa di avere la maggioranza assoluta, è che hanno rimesso in pista Berlusconi, Alfano, Gasparri, Santanchè e compagnia bella. Aggiungo che forse era quello che voleva Grillo per farci una speculazione politica, gli è andata male.
Anche all’interno del M5S c’era chi era favorevole ad un accordo programmatico con il Pd che avrebbe messo fuori dai giochi il piduista ma i capi supremi, quelli che li guidano con il telecomando non hanno voluto e da subito ho detto che avrebbero pagato questa insana strategia.
Mi sfuggono i motivi di questa scelta, quelli veri non quelli dati in pasto nel blog di Grillo o all’informazione del giornale amico, devo anche dire che mi interessano poco al momento.
Tutti quelli che hanno votato il M5S sperando in un cambiamento sono stati delusi perchè il M5S non ha voluto immergersi nel fango della politica per paura di restare contaminati.
Se il malato ha una malattia infettiva per curarlo e guarirlo si deve rischiare il contagio, la maggior parte delle volte si riesce a guarirlo senza venire contagiati, gli strumenti ci sono.
Non immaginavo che avrebbe pagato le conseguenze della strategia delirante in così breve tempo, prendo atto che i loro portavoce spiegano il fallimento con scuse ridicole, le stesse che usano i tanto vituperati partiti e che non riescono a capire dove sta l’errore.
Praticamente pur non essendo un partito hanno preso le stesse malattie dei partiti, l’incapacità di analizzare la realtà e di affrontarla immergendosi in essa.
Se uno sta annegando per salvarlo ti devi buttare in acqua, stare a riva a dare consigli ed a dispensare critiche non serve a salvare il bagnante.
Per quanto riguarda l’astensionismo che ognuno analizza a modo suo e con un occhio di parte ricordo che sin dagli anni 90, se non prima, è il primo partito in assoluto solo che giornalisti, opinionisti, politici e portavoce vari se ne accorgono solo adesso.
Anche Alemanno si è accorto che la metà dei romani non ha votato ed ha chiamato subito l’adunata dei camerati per il ballotaggio.
Ovviamente il M5S si è già chiamato fuori dal ballotaggio, insiste nell’errore annebbiato dall’arroganza e se Roma avrà di nuovo un sindaco fascista dovremmo ringraziare quelli che vanno ciarlando che destra e sinistra non esistono più ed i partiti pure.
Ho pochissima stima dell’arrogante capogruppo alla Camera del M5S, la Lombardi, ed ho poca stima dell’insipido capogruppo al Senato Crimi ma vedo che non sono i soli anche il candidato sindaco al comune di Roma non scherza.
De Vito: noi vittime dei media.
Se demonizzi i partiti, che sono strumenti di democrazia rappresentativa, i partiti ti fanno fuori dai giochi.
Se demonizzi i media, tutti servi, venduti corrotti, i media ti fanno fuori.
Anche se voi dei media ve ne fregate perchè il verbo ve lo da, ve lo impone, la rete dimenticando che non tutti sono in rete, c’è pure chi va a lavare le scale e non ha tempo di leggere il blog di Grillo-Casaleggio.
Con le elezioni politiche si è persa un’occasione unica di avviare un cambiamento rifiutando l’unico approccio di un partito in difficoltà che vi ha aperto la porta e l’avete deriso.
L’elettore non ha condiviso questo atteggiamento ed alla prima occasione ve l’ha fatto sapere, che ci crediate o no io me l’aspettavo anche se non in queste proporzioni.
Spero, mi auguro, che la lezione sia servita e lo dico per un egoismo personale perchè, pur non votandovi, contavo si di voi per il cambiamento.
A completamento del post un articolo di Peter Gomez. Letto alle 10,58, dopo il post.
L’astensione non è una novità, dagli anni 90 è il primo partito. La novità è che anche il movimento fa come i partiti che trovano scuse per non fare autocritica. Tanti dottori per un consulto ma nessuno che individua la malattia.
Creato il 28 maggio 2013 da Slasch16Potrebbero interessarti anche :
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