La 194, l’assessore romano antiabortista e il futuro.

Creato il 30 giugno 2012 da Cristiana

La Roma che non vogliamo è la Roma dell’assessore Gigi De Palo, assessore alla Famiglia  e ai Giovani che in questo momento su Twitter insieme ad altri del suo gruppo Oltre ed Identità cristiana (gruppo consigliare nuovo nato, come annunciato oggi dal consigliere UDC Paolo Voltaggio) sta provando a dimostrare che siccome la 194 consente l’obiezione è giusto che nel Lazio il 91% dei ginecologi che lavorano nel pubblico possa obiettare.

Peccato si dimentichino di dirci che la sanità è in mano alle lobby di Comunione e Liberazione e Opus Dei (vedi anche alla voce Lombardia) e che solo quei medici fanno carriera.

Devo purtroppo dare ragione a Chiara Lalli, che in questi giorni mi ha ripreso sul tema: oggi consentire l’obiezione negli ospedali pubblici ha consentito che gli obiettori diventassero maggioranza. Questo non significa che le donne non abortiscono più. Significa che lo fanno altrove, senza regole  e a rischio della loro salute.

Negare questo è dittatura del pensiero. Un rappresentante di un”istituzione come l’assessore alla famiglia che dice che l’aborto è omicidio come sta facendo De Palo è gravissimo. E’ violenza. Purtroppo la loro etica è un’etica chiusa. E’ morale da imporre. Esiste solo la famiglia fondata sul matrimonio, di un maschio e di una femmina. Non riconoscono altro amore che quello da loro ideologicamente teorizzato. Non riconoscono la differenza tra vita e sopravvivenza, che è l’essenza stessa dell’umanità. La vita non è respirare e mangiare e basta. La vita di un essere umano è qualcosa di molto più complesso e le donne devono essere lasciate in grado di scegliere come costruire la loro vita. Io non giudico una donna che abortisce. Non posso farlo. E’ una questione talmente intima ed inviolabile che qualsiasi parere sarebbe violenza. La legge consente alle donne di scegliere. Ora deve consentire alle donne di trovare in ogni ospedale pubblico chi le consente di scegliere.

Forse dovremmo cominciare a pensare di cambiare la 194 in questo senso. Nessuno in Italia, nemmeno chi ha voluto la 194, pensa che l’aborto sia una cosa bella. Ma tutti dobbiamo porci il problema di come mettere le donne in condizioni di fare figli liberamente e in modo che lo Stato fuori ci sia e sia presente. Tutta questa gente che si riempie la bocca di parole sulla “Vita” poi non fa nulla per aprire asili nido. Non è in prima fila contro le “dimissioni in bianco”, non fa nulla per consentire alle donne di essere donne fino in fondo ed anche madri. L’ipocrisia con cui si esalta il welfare familiare  è la più grande violenza sulla donna, ne rappresenta la sua mutilazione, la sua riduzione ad angelo del focolare, ad incubatrice.

Speriamo che a Roma e nel Paese vengano tempi migliori.

p.s. messaggio ai candidati sindaco e premier del centro sinistra: noi con questi non governeremo mai. Vero?


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