Si, perche' tutte queste domande...al 99% me le fanno altre donne. SOBBISSIMO
10) Ma non guidi la macchina? Ma il Senator non vuole comprarti l'auto?
No, vado a piedi, in autobus, in taxi, in treno e in aereo. E mi basta. Non mi interessa usare l'auto sia per motivi economici (seconda assicurazione, benzina, parcheggi ) sia per praticita' (esempi: l'operazione di smontare e rimontare passeggini - bimbe - seggiolini e ritorno, occuparmi dei vomiti da maldauto, le urla di tiraggio capelli mamma voglio il latte mi e' caduto il ciuccio e contemporaneamente guidare, ritrovandomi nella possibilita' di dover fare un cid in lingua polacca non mi piace ). Preferisco abitare in centro e pagare di piu' di affitto ma andare a piedi dovunque mi pare. E se volessi l'auto la comprerei senza problemi, ne' miei ne' del Senator, perche' non e' il mio aguzzino a cui devo chiedere il permesso se voglio l'auto.)
9) Ma quindi stai sempre a casa sola con le bimbe?
No, esco sempre ma non ti chiamo per prenderci un caffe', perche' ogni volta che ci vediamo mi fai sempre queste stesse domande di merda.
8) Ma farete un terzo figlio?
Inizia a farti tu il tuo primo, che alla fabbricazione dei figli nostri ci pensiamo io e il Senator, grazie.
7) Ma il Senator non vuole un terzo figlio per avere il maschio?
No, pensa un po', e' cosi' coglione che e' felice di avere due figlie sane, vispe, belle - mondieu- femmine.
6) Ma dove andrete a vivere, una volta per tutte?
Dove siamo gia' da 34 anni io e 33 lui, in Europa.
5) Ma non ti manca l'Italia, la tua famiglia, le tue amiche? Ma perche' il Senator non si trova un lavoro in Italia?
Si, certo che mi mancano. Grazie per aver messo il dito nella piaga, e ora che mi hai fatto pensare a quanto mi mancano e sono triste, ti senti meglio? E il Senator un lavoro in Italia considerato che e' straniero, puo' lavorare benissimo solo in inglese ma non e' fluente in Italiano, ha delle aspirazioni lavorative notevoli perche' sono 8 anni che gia' lavora a certi livelli e si e' fatto un mazzo cosi' per arrivare fin qui, non vorrebbe certo tornare indietro di posizione, ha solo 33 anni e non e' figlio di nessuno, non lavorerebbe gratis o quasi e non vuole pagare il 50% di tasse, percio' visto lo stato attuale del Belpaese, un lavoro li' non lo trovera' mai.
4)Ma non ti manca tempo per te?
Si, certo che mi manca tempo per me, ma non avranno questa eta' per sempre e lo sapevo che averne due nel giro di due anni sarebbe stato un'idrovora di tempo.
3) Ma perche' non hai la tata full time o non mandi le bimbe all'asilo a tempo pieno? Il Senator non vuole?
No, non voglio la tata full time perche' ho scelto di avere loro due come datrici di lavoro, anziche' una qualche organizzazione internazionale o ufficio legale o casa editrice giuridica. E il Senator non e' il mio aguzzino, non devo chiedergli il permesso se voglio la tata full time.
2) Ma quando torni a lavorare? Ma il Senator non vuole che lavori?
No, non torno a lavorare per ora e no, l'ho scelto io nella fase iniziale del nostro matrimonio dopo 3 anni di relazione a distanza e poi finche' le bimbe non sono entrambe alla materna di non lavorare. E il Senator non e' il mio aguzzino che mi tiene chiusa a chiave.
1) Ma il Senator viaggia ancora tanto? Adesso glielo dico io che deve stare di piu' a casa!
No, viaggia e viaggera' sempre. Sapevo quello che prendevo, quando e' a casa per un mese di fila non vediamo entrambi l'ora di mancarci di nuovo e sappi ciccia che nessuno nell'universo e' in grado di dire al Senator cosa deve o non deve fare, solo la sottoscritta ha dei poteri di saggezza jedi per cui riesce a farlo pervenire alle sue stesse conclusioni, anche se a volte per riuscirci le tocca farsi venire i capelli bianchi, rattrappirsi e diventare verde.
*Titolo dedicato alla famosa rubrica sul Corriere della Sera che vorrebbe essere un'interfaccia blog d'altobordo con grandi firme per scopiazzare e surfare sull'onda del successo dei blog scritti da donne, madri e non, che davvero si fanno il mazzo 27 ore al giorno e non scrivono per il Corriere, ed in realta' e' una rubrica editoriale i cui contenuti sono sempre triti e ritriti e i toni saccenti o finto empatici.