La badante della stanza accanto: commercio equo e solidale

Per favore venga infermiera, c’è la signora che guarda mia madre che si sente male, è pallida, ha visto il sangue.
Infilo la divisa da super-nurse-woman-show (ci sta sempre bene la parola show, fa più reality televisivo) e accorro anche al capezzale della badante.
Lei è adagiata sul tavolo, le mani tra i capelli che reggono la testa.
Che succede?(Codice rosso).
Le misuro la pressione che nonostante il pallore del viso è di conforto, in netta ripresa. Un breve momento di sbandamento.
Annita, si alzi dal letto e venga ad assistere la sua badante.
I ruoli si sono invertiti.
Ora, lei badante vada a casa, non è il caso che resti in ospedale, il sangue può essere in agguato (fa tanto E.R).
Mi vuole tanto bene sta ragazza...Dice l’ottantaseienne.
Sta ragazza è la badante di cinquant’otto anni.
Si sorreggono a vicenda.
Io non posso morire sennò sta ragazza che fa, chi la mantiene?
Questo si che è un commercio equo e solidale. Mutuo-soccorso di auto-aiuto. E’ il futuro che avanza, incalza, ci scanza. L’Italia è un paese che invecchia. La badante non è solo la straniera extracomunitaria da remunerare ma diventa una compagna di vita.
Attenzione maschietti grandicelli badati…compagna di vita nel senso sociologico del termine, e non come fidanzata, ragazza immagine, velina-olgettina, tu tronista e lei corteggiatrice come nel programma di Maria De Filippi.
La vita ormai inizia ad ottant’anni. Badate bene, la professione del futuro è il badandato.
ORGANIZZIAMOCI.