Un uomo, in odore di trasloco a seguito della sua vedovanza, attende la visita domenicale del figlio per pranzo. E' domenica di derby a Genova e lui, tranne il giorno della nascita di suo figlio, non ha mai mancato all'appuntamento.
La parte che 'attende' il figlio è tremendamente noiosa, monocorde. E' un continuo flash back che ci racconta la sua vita, la sua storia, la guerra, 'quell'incontro' in galleria, il lavoro....
Leggerla è proprio come ascoltare un uomo con una voce atonica, monotona, terribilmente soporifera. Questa secondo me è la parte allungata come il brodo, in modo da realizzare un libro, un romanzo.
Poi, credo sempre io, inizia il racconto originario, brioso, ricco, spigliato, in cui l'uomo si ritrova vivo, la famiglia esiste, la storia del suo innamoramento, la vita.
Cambia proprio ritmo il libro, a un certo punto, e tutto diventa affascinante.
Così l'ho vissuta questa lettura. Conclusa in una notte insonne alla ricerca degli odori di mare che salgono dal porto di Genova sempre presente nel racconto e nella continua ansia sognatrice di rivivere la meravigliosa storia d'amore, quello vero, del protagonista con quella donna che diventerà sua moglie.
Non so se consigliarlo, proprio non lo so.
Vedete voi.