"Mi chiamo Mathilde Kschessinka e sono stata la più grande ballerina russa nei teatri dell'impero. Ma il mondo in cui sono nata, il mondo nel quale sono cresciuta, è scomparso, così come sono scomparsi i suoi protagonisti: morti, uccisi, esiliati, ridotti a fantasmi ambulanti. Io sono uno di quei fantasmi."Trama: Questa è la storia di Mathilde Kschessinka, ballerina dei teatri imperiali nonché amante di Nicola II. La loro storia, non priva di sorprese e imprevisti, si sviluppa sullo sfondo di un impero che si sta sgretolando, sull'onda delle proteste dei soviet. Fra malumori e proteste, l'impero si avvicina inesorabilmente alla rivoluzione di ottobre mentre la relazione tra Niki e Mathilde si fa sempre più complessa, in un intreccio crescente fra romanzo e storia.Giudizio personale: Acquistai questo romanzo un paio di mesi fa, praticamente a scatola chiusa, tanto il titolo e la copertina mi intrigavano, e poi vista la mia passione per la danza credevo ne sarei stata entusiasta. Purtroppo però non mi posso dire del tutto soddisfatta, nonostante vi siano degli ottimi spunti, ma andiamo con ordine. La protagonista di questo libro è decisamente un'anti-eroina: un po' viziata, antipatica e terribilmente ambiziosa, quell'ambizione che ti spinge a tutto pur di arrivare alla meta. E la meta, per Mathilde, è il letto dello zarevič Nicola II. All'epoca infatti era quasi abitudine trovarsi un amante all'interno della famiglia imperiale o comunque nell'aristocrazia russa, un amante che avrebbe garantito protezione e finanze in un mondo in cui una donna sola era praticamente priva di prospettive. Non accontentandosi di un gran duca qualsiasi, Mathilde punta dritta al ruolo di futura zarina, incontrando però mille ostacoli: il primo è rappresentato dallo Zar Alessandro III che, a differenza dei fratelli, ha una condotta tradizionalista e bacchettona e non vede di buon occhio l'unione del figlio a una ballerina; poi c'è Nicola, timido e impacciato, sempre in attesa che a fare il primo passo sia Mathilde, e poi finisce per innamorarsi di Alessandra d'Assia. Eppure la nostra protagonista non si da per vinta, e la sua relazione con Nicola sarà praticamente senza fine; ma sarà la storia di un amore "malato", in cui ognuno dei due amanti sfrutta l'altro per i propri fini e in cui i sentimenti sembrano avere sempre meno spazio. Tutto questo avviene in un contesto storico in continuo movimento, con un impero immenso ormai prossimo al tracollo. La Sharp è bravissima a fondere romanzo e storia, e nel fotografare alla perfezione le atmosfere e le usanze della Russia imperiale, con un'attenzione ai dettagli quasi maniacale, ed è proprio quando le vicende storiche entrano nel vivo che il romanzo dà il meglio di sé. La prima parte del libro infatti, è un po' lenta e poco coinvolgente: sarà forse per l'antipatia della protagonista (non è certo il tipo di donna a cui ispirarsi) ma a un certo punto non riuscivo più a proseguire nella lettura. Lo stile è semplice e discorsivo, quasi come se ci trovassimo al cospetto di Mathilde in persona e ascoltassimo dalla sua viva voce le straordinarie avventure della sua vita. Come spesso accade però quando si racconta una storia, anche qui la narratrice tende, soprattutto nella prima parte del romanzo, a perdere il filo del discorso e a cambiare argomento, salvo poi tornare sulla retta via nel giro di qualche riga: questo a volte rischia di creare un po' di confusione. Particolare menzione spetta alla descrizione dei balletti in cui Mathilde si cimenta: dallo Schiaccianoci al La Bajadère, narrati e descritti con cura e attenzione.Voto: 6,5Citazione: "Mi sarei dovuta sentire in colpa? Perché? L'amore, perfino se non corrisposto, è sempre un dono. Chi poteva saperlo meglio di me?"
Titolo originale: The True Memoirs of Little KTraduzione: Raffaella VitangeliEdizione: Neri PozzaCollana: I narratori delle tavolePagine: 408Prezzo: 17,50€Anno: 2010Codice ISBN: 978-88-545-0448-6