La bambina bionda avrà tre anni, porta un caschetto rosso in testa e sta sul marciapiedi, a cavallo della sua bicicletta. Con un braccio tiene una bici, eguale alla sua, in equilibrio. Passa un mezzo dei pompieri. rosso come il suo casco, si distrae. Saluta con la manina, viene ricambiata da un pompiere che sorride. Cade la bicicletta. Dalla porta esce un bambino, ha un anno più della bambina. Il suo caschetto è blu, raccoglie la sua bici, senza protestare e sale. Aspettano e intanto si parlano, additano, sorridono. Forse lei gli racconta dei pompieri e del saluto. Adesso esce un uomo, avrà 35 anni, anche lui con una bici, un caschetto. Parla con i bambini, istruisce, accarezza. Partono, lui davanti, i bambini dietro. Sono sulla pista ciclabile che scende verso il lago. Lentamente, nel pomeriggio, sfumano verso il sole. Le vite proseguono normali, ovunque, in lingue diverse, equivalenti e sovrapponibili. Fatte di affetti, consuetudini, piccole gioie e dolori, chiuse in cerchi ristretti di idee, prima che di cultura e di case fortilizi d’essere. Sfumature di caratteri, qui prevale l’ordine, altrove la fantasia. E’ lo stesso per ogni nuovo incontro. Si confrontano i caratteri, c’è curiosità, si capisce, spesso poco e male, poi la vita continua, a volte si intreccia, quasi sempre scivola via. Per caso, noi tocchiamo una vita, ne siamo toccati. Quando si segue il filo dei pensieri e si osserva, non occorre parlare. Questo vedere-sentire ci modifica, aiuta a sentire la singolarità nostra e l’eguaglianza di gran parte delle vite. Un brusio enorme dell’universo, che tocca leggero. Nelle modalità dell’essere, scegliamo cosa e con chi, il resto è appena meno importante, come le iterazioni deboli, tiene assieme l’universo e noi. Il nostro universo che è importante per noi, scorre a lato delle vite, nel flusso. Di me non resterà traccia negli occhi di quella bambina bionda, ma lei resta nei miei. E’ la percezione che la vita continua, tendenzialmente lamellare, su piani che hanno velocità differenti, si muovono assieme e solo dove c’è un ostacolo-occasione si mescolano. Lì si può accettare il confondersi, oppure riprendere a scorrere, non dipenderà solo da noi. E’ una percezione forte quella che mi prende: la vita continua dove me sono andato. E’ una tenera verità che genera una sensazione di pace, di continuità. Anche sul lago è sera, anche nelle case e nelle persone che conosco, e per cui sento cose importanti, è sera. Mi basta.