"La bancarellopoli romana serve a far ripartire i consumi". Francesco Storace lo ha detto davvero!

Creato il 06 marzo 2016 da Romafaschifo
COMMERCIO. STORACE: A RISCHIO 12MILA LICENZE AMBULANTI A ROMA"CON LE CATEGORIE SI DEVE PARLARE E NON FARE A BOTTE" (AGENZIA DIRE) Roma, 4 mar. - "Fra l'infame Bolkestein e il linciaggio mediatico cui sono sottoposti, i commercianti ambulanti stanno finendo in ginocchio. Il prossimo anno, se non si trova una soluzione, 12mila licenze a Roma diventeranno carta straccia grazie alla Bolkestein: 12mila famiglie che hanno un banco in piazza dovranno ricominciare da capo. Dopo essere stati additati come insozzatori della città e specie da estirpare, ai commercianti ambulanti non resta che urlare la propria disperazione". Lo scrive Francesco Storace, candidato sindaco di Roma, che due sere fa ha incontrato, in un'assemblea pubblica, un centinaio di commercianti ambulanti."Mandati via da piazza Navona, via dal centro, via da qualsiasi luogo che poi viene occupato da chi stende teli in terra e vende merci contraffatte, pur essendo italiani che faticano, alzandosi all'alba tutti i giorni e pagando le tasse a fine anno, gli ambulanti sono oramai additati al pubblico ludibrio, regolari e abusivi, onesti e disonesti, senza vedere le differenze. "Il camion bar offende il decoro" prosegue Storace su Il Giornale d'Italia "con questo slogan si è stabilito che ci sia l'esilio per chiunque abbia banchi in piazza. Tralasciando il fatto che, per decenni nessuno se ne sia sentito turbato, occorre ragionare con chi lavora senza la pretesa di distruggerlo. Si chiama concertazione. Con le categorie ci parli e non ci fai a botte. A Roma rischiano di sparire settori produttivi; che sono fondamentali anche per far ripartire i consumi. L'abusivismo prospera e i regolari soffocano. Va ricostruito un terreno di regole condivise affinché si torni a lavorare senza dover scappare. In fondo, si chiede solo di rispettare la dignità".


Prima di parlare di questo comunicato (sarà difficile considerarlo come qualcosa di serio, ma ci proveremo) occorre riflettere sull'unica cosa vera che dice Storace: le licenze di ambulanti a Roma, solo a Roma, solo nel Comune di Roma, sono 12 mila. Lui parla di 12 mila famiglie, ma non sa di cosa parla (o lo sa benissimo?), perché centinaia e centinaia di licenze sono in realtà accorpate nelle mani di pochissime famiglie e dunque l'equazione 12mila famiglie 12mila licenze è semplicemente ridicola. Come è ridicolo parlare di "italiani": il 45% delle imprese ambulanti in Italia sono a conduzione extracomunitaria, a Roma il dato è sicuramente anche superiore. Ma poi quali famiglie? A conduzione familiare è il 18% delle imprese sempre a livello nazionale. 

Ma rimaniamo al numero: 12mila. Per capire quale livello di emergenza sia questo basterà pensare che l'intera Regione Toscana (signori, abbiamo detto l'intera Regione Toscana, che ha un milione di abitanti in più di Roma e 2 milioni di turisti in più di tutto il Lazio) ha 11mila licenze di ambulanti. E teniamo conto che si tratta della Regione dei mercati&mercatali per eccellenza. 12mila licenze, per capirci, sono il numero di quelle attive in tutta (tuttaaaa!!!) l'Emilia Romagna. Da Rimini a Piacenza passando per Ravenna, Forlì, Bologna, Ferrara, Modena, Parma e Reggio Emilia e tutte le altre città. 12mila licenze per una regione sconfinata, da 4,5 milioni di abitanti.

In Toscana considerano quelle 11mila licenze una invasione poco gradita e dunque, proprio in questa settimana, tutti i comuni di tutti i colori politici (da Firenze a Lucca, da Pisa persino a Livorno) si sono incontrati per dare ancor più forza alla direttiva Bokestein facendo in modo che questa norma porti davvero un cambiamento profondo e non venga aggirata come si sta cercando di fare. Una vecchia norma licenziata dalla Stato-Regioni, in fatti, ha fissato nel 40% il premio dei vecchi titolari di licenze in caso di bandi di gara: niente di più assurdo e contrario alla concorrenza. Significherebbe fare delle gare farsa per far vincere per ogni licenza il vecchio titolare, naturalmente i Comuni toscani, che vogliono alzare la qualità dell'offerta commerciale e vogliono guadagnare il più possibile dalla cessione delle nuove licenze, non ci stanno. "La Bolkestein non deve lasciare tutto come prima, ma deve essere occasione di miglioramento" sta ripetendo da giorni Giovanni Bettarini, assessore della Giunta Nardella a Firenze. E fa bene. A Roma abbiamo Storace che ragiona esattamente al contrario con argomentazioni degne di Zelig ("le bancarelle servono a far ripartire i consumi") fingendo di non sapere quale olocausto commerciale è provocato a Roma dal commercio ambulante su suolo pubblico che è la vera causa non solo di gran parte del degrado in cui versano le nostre strade, ma anche della chiusura di migliaia di negozi. Non si capisce perché Storace chieda di tutelare 12mila licenze (non 12mila famiglie, solo licenze) e non chieda lo stesso per le decine e decine di migliaia di negozi che a causa della concorrenza più sleale del mondo hanno chiuso in questi anni. Forse perché i negozi sono davvero imprenditoria personale e non hanno dietro famiglie da 30 milioni di fatturato annuo grazie all'ambulantato che tradizionalmente danno una grossa mano finanziaria in campagna elettorale a chi dimostra attenzioni per loro? No, sarebbe troppo maligno sospettarlo.


E intanto Roma resta la città enormemente più ricoperta di fetente coltre di bancarellame con una qualità inesistente e uno schifo diffuso che non ha eguali non solo nelle città occidentali, ma neppure in quelle nordafricane e asiatiche. Suk e Bazar, infatti, sono focalizzate in un'area delle città di questi territori, Roma invece è l'unico posto dove puoi trovare bancarelle di mutande e pigiami dovunque ivi compresi luoghi ultrachic dello shopping come Via Cola di Rienzo, Via Appia Nuova, Viale Parioli. 

Hanno trasfigurato la città, hanno fatto fallire migliaia di negozi, hanno mandato alla morte i mercati rionali, hanno provocato incidenti talvolta con morti, costringono all'impraticabilità interi marciapiedi e interi quartieri, in cambio non ci hanno dato nulla (le tasse che pagano al Comune sono più che ridicole, anche trenta o quaranta volte meno di un negozio nella stessa posizione) e ora dovremmo tutelarli andando contro la normativa europea? Ma in Europa hanno davvero applicato la Bolkestein o ci chiedono di farlo soltanto a noi? Certo che l'hanno applicata, ma con qualche eccezione, laddove esista la "storicità e l'eccezione culturale dei banchi". E dunque a Roma andiamo sul sicuro perché il 99.9% degli operatori vendono sciatteria e degrado, altro che eccezione culturale. Siamo l'eccezione rispetto al mondo civile semmai. 

Storace dice che si deve trovare "una soluzione". Certo che si deve trovare. Occorre rispettare la legge europea: a metà 2017 tutte le licenze scadono e per legge vanno messe a gara. Non è una sorpresa. I titolari hanno poco da fare le vittime: lo sapevano da anni e anni, se ne parla almeno dal 2004 e l'ufficialità è del 2006. Hanno avuto 10 anni abbondanti per organizzarsi, differenziare l'attività, premunirsi come avrebbero fatto tutti gli imprenditori normodotati. E sicuramente lo hanno fatto. Non lo hanno fatto? Peggio per loro. Se dovessimo salvare con denaro pubblico tutti gli imprenditori che non sanno fare il loro lavoro staremmo freschi e pagheremmo il 90% non il già scandaloso 43% di tasse.

Ma gli imprenditori-ambulanti si sentono evidentemente diversi dagli altri, più furbi. Forse ottenere fette di suolo pubblico praticamente in gentile omaggio guadagnandoci sopra cifre blu fa sentire onnipotenti, al di sopra di tutti gli altri. Non è e non sarà così. L'applicazione della Bolkestein dovrà servire a trasformare radicalmente questo settore, in primis riducendo in maniera profonda i posteggi su strada, in secundis a riempire i mercati che ora sono deserti, in terza battuta a guadagnare finalmente molti più soldi da questo settore: oggi il Comune concede di operare a 12mila realtà sul suo suolo pubblico, ma non chiede quasi nulla indietro in termini economici (e ci si permette di dire "non ci sono i soldi"), poi ci dovrà essere un aumento della qualità massiccio e infine un arrivo di nuova imprenditoria, giovani, anche dall'estero, persone nuove non venditori di panciere col furgone arrugginito del 1991 parcheggiato in doppia fila.
Anche il Lazio, ancor peggio della Toscana (ve lo ricorderete con la faccenda di Piazza Navona), ha consentito alle lobbies di intrufolarsi nelle scelte politiche consentendo aiuti agli ambulanti che rischiano di lasciare invece tutto com'è, ecco perché è necessario - come sta accadendo a Firenze - un sindaco ed un assessore al commercio lucidi e competenti. Intanto di questi temi non c'è traccia in campagna elettorale, Storace escluso. Che però rema verso il medioevo e la conservazione della raccapricciante situazione attuale.
Ci deve essere concorrenza, meritocrazia e qualità. E devono vincere i migliori, non gli amici o gli sponsor di Storace (per noi, simpaticamente, sempre StoraCetto Laqualunque). E' l'unico modo per salvare questa città e la faccenda delle bancarelle è strategica e cruciale più di quanto si possa immaginare. Il problema è che la posizione di Storace, che Storace almeno ha avuto la coerenza e la spudoratezza di esplicitare, è sotto sotto anche la posizione di molti altri candidati. Probabilmente di tutti. Ivi compresi i nuovissimi... Attenzione.