LA BANDA VALLANZASCA - Italia '70. Il cinema a mano armata (19)

Creato il 13 dicembre 2010 da Veripaccheri
LA BANDA VALLANZASCA
Regia: Mario Bianchi
Cast: Enzo Pulcrano - Gianni Diana - Antonella Dogan - Franco Garofalo - Stefania D'amario - Paolo Celli

IL FILM: Roberto (Enzo Pulcrano) evade dalla prigione insieme al suo compagno di cella Italo (Gianni Diana). Dopo aver tentato una rapina durante il matrimonio dei rampolli di due potenti famiglie mafiose, i due vengono assoldati da una misteriosa e potente organizzazione criminale dedita ai sequestri di persona.
Durante un posto di blocco, i due compari perdono la calma e danno vita ad un conflitto a fuoco con la polizia dove l'unico a restare in vita è Roberto.
Una volta messosi al sicuro, Roberto viene incaricato dall'organizzazione di portare a termine il sequestro della giovane figlia (Stefania D'amario) di un noto petroliere.
COMMENTO: Uno dei tanti film a bassissimo costo spediti nelle sale di seconda e terza visione per sfruttare il successo del filone più in voga del momento (come già accaduto con lo spaghetti-western).
Il film è sciatto, mal recitato, quasi privo di sceneggiatura, infarcito di dialoghi allucinanti che spesso sfociano nel comico involontario.
La sceneggiatura (se così la possiamo chiamare) ci regala alcune "chicche" indimenticabili già nella prima mezz'ora: Appena fuggiti di galera, Roberto e Italo si presentano al matrimonio dei figli di due potentissimi boss (come erano a conoscenza dell'evento?) e chiedono di Riccardo, un tale che ovviamente non conoscono, ma che subito mette a loro disposizione un arsenale che custodisce nel ristorante dove è in svolgimento il banchetto ( è noto che tutti gli invitati ad un matrimonio custodiscono quantità industriali di armi all'interno del ristorante), ovviamente i nostri "eroi" con quelle stesse armi prima ammazzano Riccardo e poi tentano di rapinare tutti gli invitati (chi non tenta di rapinare due famiglie malavitose al gran completo?) quando le cose si mettono male ecco sbucare dal nulla gli uomini dell'organizzazione (come sapevano che Roberto e Italo erano fuggiti di galera e si erano recati in quel locale?).
Finale assurdo, dove si rievoca (a parole) la situazione politico-sociale dell'Uruguay del '73, che ovviamente nulla a che spartire con quello che abbiamo visto sullo schermo.
Mi fermo qui, il resto ve lo lascio immaginare.
Totalmente inbarazzante il fatto che il titolo del film faccia riferimento a Renato Vallanzasca, estremo tentativo per cercare di attirare pubblico in sala, visto che nel film il bandito non viene mai citato e non vi è alcun riferimento alla banda della comasina.
CURIOSITA' e NOTIZIE: Il protagonista Enzo Pulcrano era un ex pugile (pesi medi).
Nei titoli di testa si può notare che la pellicola risulta essere prodotta dalla fantomatica "Canadian International Film", che doveva essere proprio ridotta male visto che il regista Mario Bianchi dichiarò in una intervista che non aveva neanche la pellicola per girare e che si era procurato degli spezzoni rovistando nei magazzini.

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