I lavori per la superstrada S.S. 407 Basentana, che parte dallo svincolo autostradale di Sicignano degli Alburni e si congiunge a Metaponto, allo svincolo della SS 106 Jonica, iniziarono negli anni ’60 con i fondi della Cassa del Mezzogiorno che poteva contare su un programma decennale di investimenti per oltre 1200 miliardi di lire. Investimenti da destinare a opere di bonifica, alla costruzione di acquedotti, di impianti elettro irrigui, di strade e ferrovie e alle diverse infrastrutture che erano la premessa per un successivo sviluppo industriale. Anche se sembrano cifre enormi, questi dovevano essere investimenti straordinari destinati ad opere di supporto e sviluppo i quali però si sostituirono, in buona
parte, ai fondi per interventi a carattere ordinario di fondamentali infrastrutture come l’autostrada Napoli-Pompei, la superstrada da Latina alla costa o la già citata Basentana. Una strada, la Basentana, pensata e creata per essere arteria di fondamentale importanza per il polo industriale della Val Basento.
Ma la storia della Basentana è sempre stata particolarmente accidentata. Dagli archivi delle Camere del Parlamento Italiano risultano diversi interventi sulla questione, a partire dagli anni ’60 fino agli ultimi recenti interventi in seguito ai danni dell’alluvione del marzo 2011. Riporto un intervento del 25 giugno del 1965. Il senatore Ignazio Petrone di Pignola, per tre legislature( IV, V, VI) dal 1963 al 1976, eletto al Senato della Repubblica nel Partito Comunista, in una discussione sul disegno di legge: «disciplina degli interventi per lo sviluppo del Mezzogiorno» dichiarava: ” …vorrei richiamare la particolare attenzione del Senato perchè qui siamo di fronte ad una legge che dovrebbe operare in direzione dei poli di sviluppo. Io, per esempio, appartengo ad una regione dove i poli di sviluppo non esistono, dove ci sono un paio di nuclei industriali che non si sviluppano nei tempi previsti di realizzazione, dove tutto rimane rachitico, dove dal 1958 non si riesce neppure ad avere l'attuazione della, strada Basentana. La mia è l'unica regione che non è toccata da un'autostrada. La Basentana è stata progettata ed appaltata dal 1958 per il tratto Potenza Metaponto, ma siamo arrivati al 1965 e non è ancora dato prevederne la fine nonostante il ventilato sviluppo industriale che si dovrebbe avere nella Valle del Basento e a Ferrandina, sviluppo per il quale si sono lanciate addirittura delle sfide internazionali, allorchè il ministro Fanfani disse in una certa occasione in sfida a Kruscev: venga qui a vedere come le zone più arretrate possono svilupparsi e trasformarsi rapidamente in zone moderne, progredite e come rapidamente cambiano le condizioni di vita. Dal 1958 però neppure questa strada Potenza-Metaponto si riesce a completare,ed assolutamente nulla è dato sapere per il trattoPotenza-Eboli. Siamo tagliati dal resto d'Italia da una catena di monti. Si riconobbe sin dal 1958 l'assoluta necessità della costruzione di una super strada Potenza Eboli e l'opera doveva essere esegu ta dalla Cassa per il Mezzogiorno. Poi la competenza passò al Ministero dei lavori pubblici che per il finanziamento stanziò 14miliardi; si dette all'ingegner Tocchetti !'incarico di approntare la progettazione di massima, ma poi i 14 miliardi sparirono, portati nell'avellinese da un altro Ministro, sembra in barba al nostro Ministro, e sta di fatto che questa strada finora non si è fatta. Dal 1958 in ogni occasione elettorale si parla sempre di strade che dovrebbero trasformare la nostra regione in una California, grazie alla rapidità e alla modernità dei traffici. Ma le parole restano solo parole, e fatti non se ne vedono…
…Noi non possiamo accettare il criterio che proprio a queste regioni abbandonate, che vengono sempre messe in seconda linea quando si tratta di fare programmi stradali e interventi industriali…Certo da noi è arrivato qualcuno, è arrivato il conte Rivetti a Maratea; ci sarebbe un discorso da fare su questo conte Rivetti, che è riuscito a creare un suo impero personale senza che nulla sia cambiato nelle condizioni della Basilicata.“
Giuseppe Melillo
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