La Basilicata di Andrea di Consoli

Creato il 01 luglio 2010 da Giuseppe Melillo @giuseppemelillo
E' da tempo che mi imbatto in una bella mente quasi tutta lucana, anche se è di Rotonda, un paese del Pollino nella sperduta provincia con ambizioni da metropoli qual'è Potenza. Lui che è figlio di quelle terre di mezzo in cui anche la lingua ha una sua originalità unita e confusa; con" elementi di isolamento e arcaicità" definita e catalogata da un tedesco (chi altri se non un tedesco?).
Uomo che conosce il silenzio dei borghi il cui sussurrare, insinuare, è più violento del canto delle sirene di Ulisse memoria:
le Sirene sedendo in un bel prato,
mandano un canto dalle argute labbra, 
che alletta il passeggier: 
ma non lontano d'ossa d'umani putrefatti corpi 
e di pelli marcite, un monte s'alza.
Omero, Odissea, Libro XII, verso 45-77

Non arretra di fronte alle solitudini e alle contraddizioni del paesaggio lucano che sono un graffio per l'anima. Non si nasconde nelle pieghe di una umanità silenziosa, pregnante e variegata, ultimo  eco  di un bestiario medioevale.
Tutto questo , Andrea Di Consoli , lo racconta, lo descrive e lo affronta . Accompagna i lettori,che per scelta o per puro caso si trovano innanzi alle sue pagine. Introduce il lettore in una realtà che fai fatica a crederne l'esistenza ma che per fortuna o per disgrazia non è frutto di finzione.
Mi imbatto in una sua lettera aperta ad un politico in cui definisce la Basilicata pieni di spunti di riflessioni:
“Onorevole …. stia a sentire un povero scrittore lucano che la Lucania la conosce bene: lasci perdere. Qui i problemi piccoli sono grandi e i grandi problemi sono piccoli. Qui, gratta gratta, siamo tutti parenti. Ci scanniamo tra di noi ma poi c’intendiamo benissimo, perché abbiamo un codice tutto nostro di saturnismo, di solitudini, di deliri di grandezza, di generosità, di colpi di testa che lei non capirebbe. Questa è una regione “moderna” ma con una struttura interna di tipo tribale. Qui siamo tutti matti (anche se con la testa a posto). Qualcuno le dirà che non è vero, ma si fidi: essere lucani è una cosa complicata, una cosa che per capirla non basta una vita, se lucani non si è. Qui 2+2 non fa mai 4. Qui 2+2 fa sempre 3, certe volte 2, certe volte 0. Qui la gente ora ride e ora si chiude in casa e non esce più. Questo è anche un popolo che tende all’infelicità, e l’infelicità, lei lo sa bene, è sorella della cattiveria. Chi glielo fa fare?”
Leggi articolo originale di Andrea Di Consoli 
Altri che (s)parlano di Andrea Di Consoli:
Corriere della Sera
LucaniArt
Comunità Provvisoria
Rizzoli
ecc., ecc.!!!
foto:  http://lucaniart.files.wordpress.com/2010/01/andrea.jpg

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