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La battaglia dei Parlamentari europei per l’olio extra vergine d’oliva del Salento leccese è un pesce d’aprile?

Da Antoniobruno5
La battaglia dei Parlamentari europei per l’olio extra vergine d’oliva del Salento leccese è un pesce d’aprile?La battaglia dei Parlamentari europei per l’olio extra vergine d’oliva del Salento leccese è un pesce d’aprile?
di Antonio Bruno
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Ho letto con grande attenzione una nota di Roberto La Pira dal titolo “La bufala della legge europea che tutela l'olio extra vergine dilaga sui giornali. E' vero il contrario, l'olio taroccato è diventato legale”. E da quella nota sono scaturite le mie opinioni e proposte che potete leggere qui di seguito.
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La battaglia solitaria di Paolo Carmignani
Alla sola lettura del titolo della nota siamo immediatamente consapevoli di ciò che pensa l’opinionista de “il fatto alimentare” http://www.ilfattoalimentare.it/ della battaglia guidata dal Dottore Agronomo Paolo Carmignani e portata alla vittoria dalla delegazione Italiana del Parlamento Europeo capeggiata da un Europarlamentare salentino ovvero Raffaele Baldassarre e dal salentino pure lui Presidente Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo Paolo De Castro. In pratica per Roberto La Pira questo impegno è stato velleitario perché non ha prodotto alcun beneficio all’olio extra vergine del Salento leccese.
La confusione per la enorme differenza di prezzo dell’olio extra vergine di oliva
Tutti sappiamo che i prezzi delle bottiglie di olio extra vergine di oliva esposte sugli scaffali dei supermercati oscillano da 2,5 a 8-9 € al litro e più. Lo stesso Roberto La Pira ammette che tale situazione crea molta confusione tra i consumatori che non sono consapevoli di ciò che scelgono. In pratica come può essere che una bottiglia d’olio extra vergine sia di costi così diversi? E che differenza c’è tra la bottiglia che costa 2 Euro e quella che costa 10 Euro?
Per fare chiarezza l’Unione Europea ha adottato un regolamento che entrerà in vigore il 1 aprile 2011 (un pesce d’aprile?). Questo regolamento autorizza la vendita di olio extra vergine di oliva con un quantitativo massimo di alchil esteri pari a 150 milligrammi per chilo.
La quantità di alchil esteri in un chilo d’olio secondo l’Agenzia Regionale per l’Ambiente delle Marche
Ernesto Corradetti dell'Arpa di Ascoli Piceno rende noto che i dati analitici ottenuti in tre anni di indagini hanno evidenziato che gli oli extra vergini di oliva ottenuti da olive sicuramente conservate bene, non sono riscontrabili quantità significative di alchil esteri. In qualche caso i livelli arrivano a 1 - 2 milligrammi per chilo.
La quantità di alchil esteri secondo la delegazione italiana nel Consiglio oleicolo internazionale
Carlo Mariani della Stazione oli e grassi di Milano afferma “In sede di dibattimento presso il Consiglio oleicolo internazionale (Coi) a Madrid per mettere a punto la norma l’Italia era contraria ai nuovi limiti per gli alchil esteri perché un buon olio al massimo ne contiene da 10 a 30 mg/kg”
La proposta di Giovanni Lercker del Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Bologna
Giovanni Lercker del Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Bologna afferma: "Per evidenziare le differenze qualitative si dovrebbe introdurre una nuova categoria, quella dell’olio extravergine di oliva di alta qualità, con un valore di alchil esteri inferiore a 30"
E se la quantità di Alchil Esteri è superiore a 30?
I produttori di olio del Salento leccese ora sanno che se il valore di alchil esteri è superiore a 30 è fortemente probabile che le olive prima della spremitura hanno subito “maltrattamenti” (schiacciature, ammaccature oppure sono rimaste molto tempo nei piazzali sotto il sole in attesa della spremitura) e l’olio ha un odore cattivo e risulta difettoso e che tale difetto è stato “corretto” attraverso la chimica che mette in atto un processo noto come deodorazione mild. Se a questo si accoppia un prezzo di 2 – 3 Euro al litro ecco che la probabilità si trasforma in certezza!
Da problema ad opportunità
Siccome l'etichettatura di un prodotto alimentare ha, per il consumatore, una importante funzione di tutela, informandolo sul prodotto che sta acquistando e consentendogli di scegliere quello che è maggiormente rispondente alle proprie esigenze io propongo ai produttori di olio extra vergine del Salento leccese di inserire sull’etichetta la quantità di Alchil Esteri contenuta nell’olio!
Il marchio d’area “Prodotti di Puglia” solo all’olio extra vergine d’oliva con meno di 10 milligrammi di alcil esteri per chilo di olio extra vergine d’oliva
La Regione Puglia e' la prima regione in Italia ad aver scelto di segnalare esplicitamente l'indicazione territoriale dei propri prodotti, proprio per garantire provenienza e qualita' dei prodotti agroalimentari, legando il proprio marchio alla rintracciabilita' della filiera. Io propongo che il marchio d’area “Prodotti di Puglia” sia concesso solo all’olio extra vergine d’oliva in cui sono riscontrabili quantità di alchil esteri inferiori a 10 milligrammi per chilo di olio extra vergine d’oliva e che tale dicitura sia chiaramente leggibile sull’etichetta.
L’appuntamento del 2012 per arrivare con un olio extra vergine del Salento leccese di straordinaria competitività.
Il tutto dovrebbe essere pronto per l'appuntamento del 2012, dopo le adesioni al Marchio Prodotti di Puglia in maniera tale da portare nel paniere di prodotti e nella griglia di produttori solo quelli che producono olio extra vergine di oliva con una quantità di alchil esteri inferiori a 10 milligrammi per chilo che cioè hanno sposato la filosofia della tracciabilità come asset strategico, che è la variabile che farà acquisire una competitività straordinaria ai produttori di olio extra vergine di oliva del Salento leccese .

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