La battaglia del faraone a Capalbio

Creato il 31 maggio 2012 da Brunougolini
C’era una volta, nella toscana Maremma, un territorio incontaminato (1500 ettari), curato in gran parte dal Wwf, con un paesaggio di rara bellezza, tra il lago di Burano e il Mediterraneo. Qui, a differenza di altre zone costiere, un gruppo imprenditoriale illuminato, Pirelli, non aveva ceduto ad alcuna speculazione di sorta, attraverso la gestione di una sua società dal nome imponente, la Sacra. Ora in quelle zone, Capalbio Scalo (da non confondersi con Capalbio alto), è in atto un movimento fatto di proteste, manifestazioni, ordini del giorno. Tutto nasce da un’iniziativa avanzata da un rampollo dell’antica dinastia: Carlo Puri Negri, figlio di Margherita Negri, cugina di Leopoldo Pirelli.
È una specie di altra NoTav anche se qui si chiama NoBiogas e non ci sono violenti scontri tra valligiani inferociti e forze dell’ordine. Capita di vedere lunghi cortei marciare per chilometri, in accorato silenzio, magari con qualche carabiniere a braccetto di qualche manifestante. Vanno quasi in pellegrinaggio, spesso innalzando sui trattori cartelli con la lugubre effige di un teschio, verso un ampio spazio di campagna, tra gli ulivi dove dovrebbe sorgere una cosa che, secondo la popolazione, ma anche secondo tecnici ed esperti, potrebbe rappresentare una ferita mortale. Al paesaggio ma anche all’economia essenzialmente turistica.
E’ un futuribile impianto di Biogas, voluto appunto da Carlo Puri: un progetto certo innovativo, come altri cari proprio alla cultura progressista e di sinistra. Ma che qui, davanti al lago di Burano, avrebbe gli effetti di una bomba devastante. Con il continuo andirivieni di autocarri (qui dove la bicicletta dovrebbe regnare sovrana) e lo spargersi di effluvi maleodoranti. Ecco perché la rivolta non riguarda tanto i Vip nascosti nelle mura di Capalbio alta o nei casolari delle colline circostanti, quanto I contadini rimasti, I commercianti, I proprietari delle rare attrezzature balneari (Frigidaire, Il Ginepro Coccolone). E anche, certo, I proprietari delle casette a schiera costruite proprio da quella società del famoso rampollo, intenzionato ad abbandonare le tradizioni rispettose della famiglia Pirelli per cercare, legittimamente certo, di far soldi. Così quelle casette appena acquistate da ignari inquilini ora rischierebbero, con il turbinio del biogas, un serio deprezzamento.
Ecco perché proprio su Puri si addensano gli strali e quasi tutti I partecipanti alle proteste indossano magliette bianche con la scritta “Cazzo torna a bordo Faraone”. E si scopre che quel nomignolo, Faraone, è proprio diretto a lui, l’uomo del Biogas.
Come andrà a finire? Qui entriamo nei meandri della politica perché il centrosinistra non appare omogeneo, con la Provincia di Grosseto che da il suo benestare e il comune capalbiese col sindaco Luigi Bellumori che partecipa al corteo. Non solo: nel comizio finale prendono la parola anche Nicola Caracciolo presidente di Italia nostra e Gianni Mattioli, uno che ha dedicato la vita, gli studi e l’attività politica alla difesa dei valori ambientali. E che spiega col suo linguaggio da scienziato come sia in gioco la salute di un pezzo d’Italia dal valore inestimabile. Mentre si da notizia di un’iniziativa parlamentare di Furio Colombo, tra i più impegnati animatori di questa battaglia.
Ora però, spiega alla fine l’avvocato incaricato dall'apposito comitato di lotta, sarà necessario confidare nel magistrato. Vien da pensare: Capalbio come la Fiom. Possibile che non ci sia altro modo per risolvere I problemi che inseguire le aule dei tribunali?
Anche perchè il rischio è che la vicenda abbia ricadute pesanti anche sul piano politico. E’ così, infatti che si alimenta l’antipolitica e si apre spazio al grillismo. Ha scritto Furio Colombo in una lettera pubblicata sul “Fatto”: “Caro Pier Luigi Bersani, ho appena ascoltato la tua replica a Beppe Grillo e la trovo piena di ragionevoli argomenti... Però...dove vanno i cittadini quando gela la politica? Dove vanno quando si sentono tempestati di decisioni che vengono da mittenti che sono dietro la politica (interessi particolari) e cadono, come bombe a grappolo dentro la loro vita, cadono sui civili, come strani danni collaterali...”.

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