La battaglia dell’Ellesponto (324 d.C.)

Creato il 18 febbraio 2016 da Isabelje60754 @IsabelJE60754

Lo scontro armato navale dell’Ellesponto[1] ebbe luogo, nel luglio del 324 d.C.[2], nello stretto dei Dardanelli fra il complesso delle navi militari degli Augusti Costantino I e Licinio, in guerra per esercitare il proprio dominio su tutto l’Impero romano e non solo sulla parte orientale od occidentale. Le imbarcazioni di Costantino, sotto il comando del figlio Crispo, ebbero la meglio su quelle di Licinio e consentirono all’Augustus d’Occidente di attraversare lo stretto con le sue forze armate e di assalire il suo antagonista in Oriente.


PRESUPPOSTI

Bassorilievo di nave romana

La situazione di non belligeranza fra Costantino I e Licinio perdurava già da sette anni (dal 317 d.C.). I figli di Costantino (Crispo e Costantino II) e di Licinio (Valerio Liciniano Licinio) erano diventati Cesari per volere dei relativi genitori. Tuttavia, nel 323 d.C., alcune scorrerie dei Goti[3] portarono al deterioramento di questo tipo di organizzazione politica, basata allora su una nuova specie di tetrarchia: due augusti e uno o due cesari per zona. La provincia soggetta ad incursioni, la Mesia, era posta nella parte orientale dell’impero, quindi sotto il governo dell’Augustus d’oriente, Licinio, ma Costantino entrò lì in azione per scacciare i Goti[4]. Ciò comportò lo scoppio del conflitto civile l’anno seguente. Dopo essere stato battuto nello scontro armato di Adrianopoli (3 luglio del 324 d.C.), Licinio raggiunse l’Anatolia, ritenendo di poter fermare la marcia di Costantino con un numero esiguo di soldati. Nel frattempo le sue navi, sotto la guida di Abanto[5], avrebbero precluso alle poche imbarcazioni di Crispo, partite dal Pireo[6], di aggirarlo.


SVOLGIMENTO DELLO SCONTRO ARMATO

Ellesponto (Dardanelli)

Quando Costantino costrinse Licinio a rifugiarsi a Bisanzio[7], Crispo, figlio dell’Augustus d’Occidente e capo del complesso delle navi militari, ebbe in un primo momento l'ordine di dirigersi verso l’imbocco dell’Ellesponto (attualmente denominato stretto dei Dardanelli)[8] e successivamente di ripristinare l’accesso allo stesso[9]. Egli stabilì che andassero nello stretto solamente 80 dei suoi scafi - i migliori sul mare, rammenta Zosimo[10] - mentre Abanto utilizzò 200 delle sue imbarcazioni per avere la sicurezza di poter accerchiare gli scafi nemici[11]. 

La decisione di Abanto si rivelò sbagliata dal momento che le sue imbarcazioni si ostacolarono reciprocamente, scontrandosi l’una con l’altra a causa del loro elevato numero in un’area di scarsa ampiezza, e furono costrette a muoversi verso il nemico disordinatamente. All’opposto quelle di Crispo si mossero con maggiore agilità, facendo colare a picco numerosi scafi nemici. 


Solido raffigurante Crispo

Il tramonto mise fine allo scontro armato: Abanto si rifugiò con diverse imbarcazioni ad Aianton, altre preferirono raggiungere Eleunte, in Tracia[12]. Il mattino seguente, nonostante soffiasse un vento favorevole da settentrione, Abanto indugiò a predisporre le navi per l’assalto[13] e questo permise a Crispo di far entrare nello stretto tutti i suoi scafi. Alla dodicesima ora del giorno il vento mutò prendendo a soffiare da mezzogiorno[14]. Le imbarcazioni di Abanto vicine alla sponda asiatica furono sospinte contro la costa. Alcune si incagliarono nella sabbia ma molte si inabissarono dopo essersi frantumate contro gli scogli. Zosimo quantifica le perdite in 130 scafi con il loro personale di bordo per circa 5.000 individui[15]. Abanto scampò alla morte raggiungendo la costa a nuoto dopo aver assistito all’affondamento della sua imbarcazione. Solamente 4 scafi riuscirono a salvarsi dandosi alla fuga, mentre il resto di quella che era stata la flotta di Licinio venne affondata dal complesso delle navi militari di Crispo[16].


RIPERCUSSIONI

Licinio

Il successo di Crispo consentì a Costantino di ricevere i vettovagliamenti indispensabili per proseguire il blocco militare intorno a Bisanzio, mentre i soldati di fanteria a difesa della città, non più supportati dagli scafi di Abanto, ritennero più opportuno ritirarsi ad Eleunte. Licinio raccolse nuove truppe in Asia[17], ma il 18 settembre del 324 d.C. venne battuto in modo definitivo nello scontro armato di Crisopoli e Costantino poté esercitare la sua signoria su tutto l’impero.




Giampiero Lovelli
BIBLIOGRAFIA
G. CLEMENTE, Guida alla storia romana, Arnoldo Mondadori, Milano 1985;
A. FREDIANI, A. I grandi generali di Roma antica. Newton & Compton, Roma 2003;
S.J. KOVALIOV, Storia di Roma, Pgreco, Roma 2011;
I. MONTANELLI, Storia di Roma. RCS Libri, Milano 1997;
T. MOMMSEN, Storia di Roma antica, Sansoni, Milano 2001;
M. PANI - E. TODISCO, Storia romana. Carocci, Roma 2008;
F. SAMPOLI, Costantino il Grande e la sua dinastia. Newton & Compton, Roma 1955;
A. SPINOSA, La grande storia di Roma, Arnoldo Mondadori, Milano 1998;
A. ZIOLKOWSKI, Storia di Roma, Bruno Mondadori, Milano 2006.
[1] Matson Odahl, C. Constantine and the Christian Empire. New York: Routledge, 2004, pp. 179-180.
[2] Clemente, G. Guida alla storia romana. Milano: Arnoldo Mondadori, 1985, pp. 294-295.
[3] Tribù germaniche orientali provenienti dall’isola di Gotland e dalla terra di Götaland in Svezia.
[4] Zosimo, Storia nuova. II, 21, 1-3.
[5] L’autore bizantino di trattati storici, Zosimo, cita il nome di Abatus, invece altri storiografi parlano di Amandus (Amando).
[6] Il porto di Atene, distante poco più di 10 Km dalla stessa.
[7] Zosimo, Storia nuova. II, 23, 1.
[8] Zosimo, Storia nuova. II, 23, 2.
[9] Sampoli, F. Costantino il Grande e la sua dinastia. Roma: Newton & Compton, 1955, p. 129.
[10] Si riferisce alle triancotere, imbarcazioni da trenta vogatori posti in un solo ordine, le migliori del complesso delle navi militari di Costantino.
[11] Zosimo, Storia nuova. II, 23, 3.
[12] Zosimo, Storia nuova. II, 23, 4.
[13] Zosimo, Storia nuova. II, 24, 1.
[14] Frediani, A. I grandi generali di Roma antica. Roma: Newton & Compton, 2003, p. 538.
[15] Zosimo, Storia nuova. II, 24, 2.
[16] Zosimo, Storia nuova. II, 24, 3.
[17] Zosimo, Storia nuova. II, 25, 2.