La Bce taglia i tassi: euro deprezzato e crescita dell’export

Creato il 05 settembre 2014 da Nicola933
di Grazia Serao - 5 settembre 2014

Di Grazia Serao. La Banca centrale è decisa ad affrontare il pericolo deflazione e lo ha fatto tagliando i tre tassi che controlla. Si tratta di una mossa concordata nella giornata di ieri e che oggi ha spiazzato tutti i mercati.

Nel dettaglio sono stati ridotti di 10 punti base il tasso di riferimento (che passerà dello 0,15% allo 0,05%), il tasso sui depositi che la Bce custodisce per conto delle banche commerciali  (da -0,10% a -0,20%)e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali (dallo 0,4% allo 0,3%).

Mario Draghi ha precisato che non saranno possibili altre manovre: questo è il limite più basso, oltre il quale non si può scendere.

Quali sono gli effetti attesi da questa operazione? Prima di tutto c’è la riduzione dei tassi di interesse alla clientela, soprattutto per i mutui alle famiglie. C’è da dire che per quanto riguarda il tasso di rifinanziamento difficilmente la sua modifica si rifletterà in maniera pesante sui prestiti praticati alle famiglie. Quanto ai mutui richiesti da queste ultime, in particolare per l’acquisto di abitazioni, negli ultimi mesi c’era stato già un allentamento delle condizioni, con conseguente abbassamento dei tassi.

La vera conseguenza del provvedimento annunciato da draghi potrebbe essere in realtà il deprezzamento dell’euro. Il che sarebbe auspicabile: ai grandi investitori risulterà più conveniente vendere la moneta unica per comprare titoli in altre valute che offrono rendimenti maggiori, e guadagnare quindi sulla differenza. Ne guadagnerebbero quindi le esportazioni dell’area europea.

Dalla Bce arrivano intanto le previsioni sull’inflazione che dovrebbe risalire all’1,4% (dall’attuale 0,3% nell’Eurozona) nel 2016. In proposito Draghi ha confermato che l’inflazione rimarrà bassa ancora per un lungo periodo di tempo.


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