La Befana e le sue origini
4 gennaio 2015 Teresa nessun commento
La Befana è un personaggio folkloristico legato alle festività natalizie, che ha l’aspetto di una vecchina che vola con la scopa e porta dolci, caramelle e piccoli doni ai bambini buoni, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio. Il termine “befana” è una corruzione lessicale del termine “Epifania“, deriva dal greco “bifanìa o befanìa”, che significa “manifestazione“, “rivelazione“; è una festività tipicamente della tradizione italiana, inizialmente solo di alcune regioni e poi si è diffusa in tutta la penisola, meno conosciuta nelle altre parti del mondo. La sua origine discende da tradizioni pagane e nella cultura popolare si unisce ad elementi folcloristici e cristiani, infatti la festa della befana non a caso coincide con la festa cristiana dell’epifania, la vecchina porta doni ai bambini come i Re Magi portarono doni a Gesù Bambino.
L’origine più remota della befana risale agli antichi romani, che nel giorno appunto dell’Epifania, celebravano la fine dell’anno solare, con il solstizio invernale, e davano il benvenuto all’anno lunare, la dodicesima notte si celebrava appunto la morte di Madre Natura e e la sua rinascita e durante queste notti si credeva che figure misteriose femminili volassero sopra i campi coltivati per propiziare la fertilità dei futuri raccolti. I romani pensavano che a guidarle fosse Diana (dea lunare legata alla cacciagione, ma anche alla vegetazione), altri invece pensavano fosse una divinità chiamata Satia (dea della sazietà) o Abùndia (dea dell’abbondanza).
Con il tempo la Chiesa condannò tutti i riti e le credenze pagane, definendole un frutto di influenze sataniche. Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni che sfociarono, nel Medioevo, nella figura attuale della Befana, il cui aspetto, fu associato ad una strega. L’aspetto da vecchia sta anche a rappresentare simbolicamente l’anno vecchio: una volta concluso lo si può bruciare, così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare dei fantocci vestiti di abiti logori all’inizio dell’anno. In molte parti di Italia l’uso di bruciare un fantoccio a forma di vecchia (pieno di dolciumi) rientrava tra i riti di fine Quaresima. In quest’ottica l’uso di doni assumerebbe un valore propiziatorio per l’anno nuovo.Infatti ancora adesso, in molte regioni italiane, in questo periodo si costruiscono dei fantocci di paglia a forma di vecchia che vengono bruciati tra la notte del 5 e del 6 gennaio. La Befana coincide quindi, in certe tradizioni, con la rappresentazione femminile dell’anno vecchio, pronta a sacrificarsi (bruciare) per far rinascere un nuovo periodo di prosperità.
La festa della Befana nel tempo ha assunto un significato diverso ed è collegata alla tradizione cristiana dell’Epifania. Eppure la brutta vecchina c’entra ben poco con l’arrivo dei Magi. Una famosa leggenda, intrecciando le vite di questi personaggi, narra che i Magi, diretti a Betlemme, per portare i doni a Gesù, non riuscendo a trovare la strada chiesero informazioni ad un’anziana signora. Malgrado le loro insistenze, affinchè li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per seguirli. In seguito pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, ma non li trovò. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.
Oggigiorno la Befana è vista come una vecchia buona che premia o punisce i bimbi. I bambini buoni, infatti riceveranno ottimi dolcetti e qualche regalino, mentre quelli cattivi troveranno nelle loro calze solo carbone che simboleggia le malefatte dell’anno passato. Nei bambini la Befana suscita tante emozioni contrastanti, tra il timore e la felicità, la notte in cui visita le loro case, ma ogni anno è attesa da tutti con grande trepidazione.