La bella e la bestia ai tempi dei social network

Creato il 15 giugno 2011 da Persogiadisuo
In poche parole: La bella e la bestia in chiave adodemenziale
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 TRAMAIl belloccio della scuola (Alex Pettyfer) è vittima di un maleficio ad opera di una sua compagna di scuola (Mary-Kate Olsen), una dark con dei strani segni in faccia (tipo quelli di Lady Gaga sulle sue ultime copertine). Si trasforma così in un essere mostruoso che potrà riscattarsi solo se qualcuno gli dirà ti amo. In queste condizioni si accorge di una sua compagna da sempre ignorata (Vanessa Hudgens) e fa di tutto per corteggiarla..
RECENSIONEIspirata al romanzo omonimo di Alex Flinn, vincitore di numerosi premi letterari nel 2007, il film è una rivisitazione in chiave teen della fiaba di Mme Leprince de Beaumont. Verrebbe da aggiungere trash, visto che per tutta la durata la pellicola è pericolosamente in bilico grazie a dialoghi davvero agghiaccianti, situazioni involontariamente comiche a gogò a partire dai look di due personaggi importanti: la strega malefica e soprattutto il protagonista, pelato e con tatuaggi Maori che nulla hanno di bestiale. Per non parlare della scelta della bellissima Vanessa Hudgens come sfigata della scuola destinata a diventare la bella senza nessun cambiamento esteriore!Eppure nello script c’era qualche ottima osservazione sul presente: una cinica e realistica descrizione dei giovani degli anni ‘2000, isolati dai coetanei e dai genitori. Quando infatti il giovane Kyle si ritrova “bestiale” cancella il proprio profilo sul social network e smette di uscire di casa: non ha infatti nessun vero amico.Perfino i rapporti coi genitori sono drammatici: la madre l’ha abbandonato senza mai più chiedere sue notizie e al padre non gliene frega davvero niente. Lo stesso vale anche per la povera Bella della situazione: orfana di madre e con un padre inaffidabile, che ha sempre cercato di proteggere dai guai.  Due figli particolarmente sfortunati, ai quali gli sceneggiatori non hanno risparmiato nulla insomma, ma in un certo senso riflettono l’immagine di una generazione alle prese con genitori troppo egocnetrici o semplicemente incapaci di ricoprire il ruolo di genitore.E non è un caso se alla fine il giovane Kyle avrà due mentori in due adulti estranei: la domestica (maggiordomo nella fiaba) e l’insegnante non vedente. Insomma le carte per un prodotto interessante c’erano, anche perché il classico di Mme Leprince de Beaumont può essere riproposto in tutte le salse senza risultare mai banale. Qui purtroppo non è così, ed è perfino più stucchevole, emo e teen della saga di Twilight. E parlare di fotografia, montaggio, ritmo, dialoghi e recitazione è come sparare sulla Croce Rossa. Gradevola compilation piena di hit più o meno indie.
VOTO: 4,5

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