La bella storia di Don Roberto Dichiera

Creato il 30 gennaio 2012 da Balocchitaliani

"A 12 anni le prime sigarette, per sentirmi grande e per il gusto del proibito. Poi i superalcolici e le canne, a 14 anni erano già un’abitudine. Ero in cerca di sensazioni forti, cercavo la trasgressione e pensavo solo a divertirmi. Non avevo ideali, ambizioni. Dopo le medie ho chiuso con la scuola e mi sono arrangiato con piccoli lavoretti. Aspettavo con ansia il fine settimana per andare in giro a sballarmi. Frequentando i rave-party e le discoteche più eccessive ho iniziato a farmi di altro, gli spinelli non mi bastavano più. Mi sono messo anche a spacciare: ero il punto di riferimento di tanti ragazzi che, come me, cercavano una dose effimera di felicità, lo stordimento, una scarica di emozioni fasulle."

Questo l'incipit dell'intervista di don Roberto a Ok Salute del Corriere della Sera.

La storia continua con l'innamoramento per una ragazza che lo cambierà e per la vocazione al sacerdozio.

In un'Italia piena di pessime notizie brillano però storie come quelle di don Roberto che fanno capire quanto la voglia di cambiare e di migliorare non è preclusa a nessuno. Con le proprie forze o con l'aiuto di Dio.

Papa Woytila una volta disse: "Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! (omissis) Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo."

Per don Roberto così è stato.


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