La bellezza dei brutti libri
Creato il 03 aprile 2012 da Narratore
@Narratore74
Su questo spazio non ho mai dato consigli di scrittura.
Non perché non ne avrei,ma semplicemente perché non mi considero uno scrittore, so di avere io stesso molto da imparare e non mi sento in grado d'insegnare nulla a nessuno.
Però è un paio di giorni che mi frulla per la testa questa cosa e visto che da tempo nutro la convinzione che in tutto, anche nelle cose peggiori, si nasconda una piega positiva, mi sento di poterlo dire senza paura.
I libri brutti, quelli scritti male e in maniera incorretta, servono.
Davvero.
Se vi state chiedendo il perché, è semplice: mi capita spesso, quando leggo un libro non propriamente ben scritto, che la mia vena scrittoria, quella che mi spinge a digitare fiumi di parole su un foglio bianco, si stimoli, si attivi portandomi a vedere come sarebbe stato quel particolare passaggio se fosse scritto in maniera diversa, come poter focalizzare su un tal personaggio e così via.
In fondo, è innegabile che gli sbagli di altri accrescano noi stessi. Basta vedere come funziona il mondo.
Quindi, un brutto libro è utile. Utile perché ci permette di vedere gli errori dall'esterno, di capirli nel loro contesto e ci da la possibilità d'imparare sulle spalle di altri. Ok, non è bello detto così, ma il succo è questo.
Vi è mai capitato? Avete mai letto un libro e pensato: però, io questo paragrafo l'avrei scritto così. Oppure di rimescolare le parole nella vostra mente e ricreare la frase in un modo migliore, magari solo invertendo alcuni fattori?
Beh, a me capita, spesso a dir la verità.
Io leggo molto, a quanto dicono alcune persone forse troppo, ma quello che imparo da un libro scritto male sembra che la mia mente lo assimili più velocemente. Forse sta proprio nel fatto che, in questi casi, si avviano procedure mentali che per forza di cose portano alla riflessione (un pò come quando guardiamo un film spettacolare) e per questo le ricordo meglio.
E badate bene, che non sto dicendo che i bei libri non servono, ci mancherebbe. La lettura non sarebbe una passione se non ci fossero i grandi libri, quelli che non si dimentica e che ci accompagnano per molto tempo dopo che lo abbiamo terminato. Questo articolo nasce solo dalla volontà di spezzare una lancia per tutte quelle produzioni che rimangono sulla media, o anche sotto a volte, e donargli un minimo di rilevanza a mio parere giusta.
Se siete scrittori, anche alle prime armi, provateci. Prendete un libro che sapete non essere poi così bello, iniziate a leggerlo, magari anche arrivando alla fine, e poi riflettete su quello che vi ha insegnato.
Certo, è una pratica faticosa e che non può essere portata avanti troppo assiduamente, ma uno ogni tanto ci sta, secondo il sottoscritto.
Potreste stupirvi di quello che vi ha lasciato...